Area organizzativa
2.16.11

Libera professione e complessita’ dell’assistenza

Valutazione della capacità del SSN di rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie in regime extraistituzionale del cittadino e prestazioni infermieristiche eseguite da parte del libero professionista infermiere in base alla complessità di cure rich

Responsabile del Polo

Coordinatori del Progetto

Abstract

L’assistenza infermieristica esercitata in regime libero-professionale rappresenta, nell’attuale contesto sanitario nazionale, un fenomeno in continua crescita, segno di ulteriore consolidamento della professione infermieristica nel tessuto sociale.

Secondo un'indagine presentata dal Censis[1] realizzata per conto di Ipasvi ed Enpapi, un milione e 400mila italiani, nel 2012, hanno fatto ricorso a un infermiere privato per avere assistenza continuativa e 1,6 milioni per prestazioni una tantum. Totale: tre milioni di assistiti. Nell’assistenza territoriale le prestazioni sanitarie riferibili alle attività infermieristiche non sono identificabili e codificate in base alla tipologia di attività richieste per rispondere ai bisogni di assistenza del cittadino. Due sono le conseguenze negative della mancata individuazione delle prestazioni in numerose aree dei livelli essenziali di assistenza: a) la difficoltà di fissare standard qualitativi e quantitativi b) determinare la remunerazione degli erogatori.

Lo scopo di questo progetto di ricerca ha come obiettivo finale  quello di valutazione la capacità del SSN nel rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie in regime extraistituzionale del cittadino e successivamente analizzare le prestazioni infermieristiche eseguite da parte del libero professionista infermiere in base alla complessità di cure richieste.

 

Parole chiave: diagnosi infermieristiche, assistenza territoriale, assistenza domiciliare, bisogno di salute

 



 

Background

L’assistenza infermieristica esercitata in regime libero-professionale rappresenta, nell’attuale contesto sanitario nazionale, un fenomeno in continua crescita, segno di ulteriore consolidamento della professione infermieristica nel tessuto sociale.

Secondo un'indagine presentata dal Censis1 realizzata per conto di Ipasvi ed Enpapi, un milione e 400mila italiani, nel 2012, hanno fatto ricorso a un infermiere privato per avere assistenza continuativa e 1,6 milioni per prestazioni una tantum. Totale: tre milioni di assistiti. Il valore monetario di queste prestazioni, secondo l'analisi Censis, è stato di oltre 850 milioni di euro. Il boom è legato soprattutto alle richieste di assistenza per i malati oncologici. Sempre secondo il Censis, di questa somma, 287 milioni sono quelli spesi da 958mila pazienti con patologie tumorali con una diagnosi da meno di cinque anni.

Questo significa che la sanità pubblica, che professa la centralità del paziente, fa sempre meno assistenza domiciliare gratuita e convenzionata, e a farne le spese sono innanzitutto cronici e, appunto, malati affetti da tumori. Sono quindi persone che improvvisamente hanno una mobilità ridotta, spesso allettati, che hanno un alta complessità assistenziale e necessitano di cure infermieristiche di elevata complessità e specificità. Anche il concetto di intensità, genericamente attribuito ai Piani Assistenziali Infermieristici (PAI) domiciliari, andrebbe in realtà misurato in funzione delle specifiche esigenze del singolo paziente/contesto. Potrebbe verificarsi  l’esigenza di una bassa intensità degli interventi medici o infermieristici, ma di un’alta intensità di quelli assistenziali o riabilitativi; possono presentarsi elevate esigenze mediche ma ridotte necessità infermieristiche o assistenziali; in altre situazioni possono essere presenti circostanze gestibili, per esempio, con un maggiore impegno di figure attinenti all’ambito del volontariato o delle reti di comunità.

Attualmente il “Lea domiciliare” si presenta come una sorta di contenitore indistinto. Di fatto non si considera che pazienti, contesti e obiettivi degli interventi domiciliari possono essere molto diversi e non immediatamente confrontabili (case mix a differente complessità̀). Per esempio, il costo e gli esiti di un piano di cura centrato sulla educazione-informazione o trasferimento alla famiglia di conoscenze e competenze per atti di cura semplici, di per sé esauribile con pochi accessi di personale, sono diversi da quelli di un intervento terapeutico o palliativo ad alta o media intensità sanitaria e assistenziale, che coinvolge professionalità differenti, anche ad alta specializzazione. In altre situazioni invece il coinvolgimento di professionisti sanitari o infermieristico può essere ridondante per interventi delegabili a figure a minore contenuto professionale e minore costo.

Nell’assistenza territoriale le prestazioni sanitarie riferibili alle attività infermieristiche non sono identificabili e codificati in base alla tipologia di attività richieste per rispondere ai bisogni di assistenza del cittadino. Due sono le conseguenze negative della mancata individuazione delle prestazioni in numerose aree dei livelli essenziali di assistenza:

•          La difficoltà di fissare standard qualitativi e quantitativi

•          Determinare la remunerazione degli erogatori

 

Lo scopo di questo progetto di ricerca ha come obiettivo finale  quello di Valutazione della capacità del SSN di rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie in regime extraistituzionale del cittadino e prestazioni infermieristiche eseguite da parte del libero professionista infermiere in base alla complessità di cure richieste.

 

L’analisi territoriale delle richieste non soddisfatte del cittadino da parte del SSN e l’identificazione delle prestazioni eseguite da parte dell’Infermiere nel rispondere a tale esigenze possono suggerire le strategie politiche sanitarie Nazionali per la presa in cura del paziente. 

Obiettivi di progetto

Valutare la capacità del SSN di rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie in regime extraistituzionale del cittadino e prestazioni infermieristiche eseguite da parte del libero professionista infermiere in base alla complessità di cure richieste.

 

 

Obiettivi specifici

 

 

QUESTIONARIO

Costruzione e validazione questionario per la rilevazione delle attività sanitarie richieste ed erogate in regime extraistituzionale da parte della popolazione e del libero professionista infermiere.

 

STRUTTURA 1

Al termine della validazione dello strumento, in una prima fase del progetto di ricerca si andranno a evidenziare prestazioni assistenziali richieste dal cittadino, nonché le attività assistenziali che i liberi professionisti erogano.

Verrà analizzato il contesto Sanitario di riferimento (SSR) cercando di comprendere se le richieste di prestazioni sanitarie del cittadino sono dovute ad una scelta volontaria ed autonoma oppure tale richiesta  è dovuta una carenza strutturale del SSN che non fornisce risposte esaustive alla richiesta di prestazione sanitaria/territoriale della popolazione

 

 

STRUTTURA 2

In una seconda fase si evidenzieranno le prestazioni richieste dai cittadini ed erogate dai liberi professionisti per comprendere la tipologia di complessità assistenziale per tipologia di paziente. La complessità assistenziale delle prestazioni erogate non risulta, ad oggi, definita in maniera netta da parte del professionista.

 

 

Indicatori

 

-          Questionario: indici di affidabilità e validità soddisfatti.

-          classificazione delle prestazioni assistenziali richiedeste dal cittadino soddisfatte dal libero professionista maggiore o uguale all’80%.

-          Classificazione della complessità assistenziale secondo l’Indice di Complessità Assistenziale ICA4, NAS6.

Metodologia

Campione

 

-       Infermieri libero-professionisti: Indagine su scala nazionale, campione di convenienza, i criteri di inclusione per la partecipazione allo studio prevedono che i partecipanti esercitino la loro attività presso ambulatori infermieristici, studi associati o  tramite attività domiciliare.

-      Pazienti: Indagine su scala nazionale, campione di convenienza, i criteri di inclusione per la partecipazione allo studio prevedono che i partecipanti abbiano ricevuto prestazioni sanitarie da parte di liberi professionisti.

 

Strumenti

 

Somministrazione di un questionario da validare.

Risultati attesi

Rilevanza

 

Lo scopo di questo di progetto di ricerca ha come obiettivo finale  quello di valutare la capacità del SSN di rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie in regime extraistituzionale del cittadino e prestazioni infermieristiche eseguite da parte del libero professionista infermiere in base alla complessità di cure richieste.

 

 

Tale progetto presenta nella sua interezza e complessità due aspetti rilevanti:

 

a)      Rilevanza per la popolazione: riuscire ad identificare e valutare la capacità del SSN di rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie e quindi il possibile  bisogni non soddisfatti di salute del cittadino da parte del Servizio Sanitario Nazionale (o Regionale). La programmazione Sanitaria territoriale e i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono sempre più carenti e non concentrati sul reale bisogno di salute da parte del cittadino.

b)      Rilevanza per il professionista: evidenzia l’importanza del professionista infermiere che operando in regime libero professionale riesce a rispondere alle richieste del cittadino limitando le carenze del Servizio Sanitario Nazionale. Nel palcoscenico attuale dove il professionista lavora per prestazioni, tale progetto di ricerca crea i presupposti per lavorare e ragionare nell’ottica delle complessità assistenziali, sdoganando l’infermiere dal mero concetto di “esecutore di mansioni o prestazioni” e orientandolo verso il professionista che lavora con scienza e coscienza sulle complessità assistenziali del paziente.

 

 

L’analisi territoriale delle richieste non soddisfatte del cittadino da parte del SSN ma previste da LEA e l’identificazione delle prestazioni eseguite da parte dell’Infermiere nel rispondere a tale esigenze possono suggerire le strategie politiche sanitarie Nazionali per la presa in cura del paziente. È tanto chiaro quanto evidente che il cittadino colloca la figura dell’infermiere come attore principale del suo percorso di assistenza e cura.

Bibliografia

1.                   D’Agostino F., Zega M., Rocco G., Luzzi L., Vellone E., Alvaro R. (2013). Impact of a nursing information system in clinical practice: a longitudinal study project. Annali di Igiene, 25(4), 329-341.

2.                   Zega M., D’Agostino F., Bowles K.H., De Marinis M.G., Rocco G., Vellone E., & Alvaro R. (2014). Development and validation of a computerized assessment form to support nursing diagnosisInternational Journal of Nursing Knowledge25(1), 22-29.

3.                   D’Agostino F., Vellone E., Tontini F., Zega M., Alvaro R. (2011). Development of a computerized system using standard nursing language for creation of a nursing minimum data setProfessioni Infermieristiche65(2), 103-109.

4.                   Cavaliere B., Susmel M. (2001). La qualità nell’assistenza infermieristica: uno strumento di rilevazione e di elaborazione dell’indice di complessità assistenziale (ICA)Nursing Oggi2, 20-36.

 

5.                   Lastrucci D., Carraretto A., Fastelli C., Ferrucci V., Leone A., Paglialunga A., & Sivestri A. (2012). La scala NAS (nursing activities score) per la rilevazione del carico di lavoro infermieristicoScenario29(3); 12-17.

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