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La salute mentale in carcere: assistenza infermieristica e tutela della salute

La salute mentale in carcere: assistenza infermieristica e tutela della salute

Riassunto

Obiettivo di questo studio è stato l’approfondimento degli aspetti della salute mentale in carcere, che è una delle principali urgenze del sistema penitenziario. La chiusura degli OPG e la conseguente fine dell’internamento di detenuti che manifestavano problemi di salute mentale, ha reso evidente il problema della carenza di assistenza psichiatrica con la conseguente presa in carico dei malati mentali in ambito penitenziario.
È stata condotta una ricerca documentale nelle banche dati internazionali di studi scientifici (Pubmed, Medline) e sono stati consultati numerosi articoli di riviste infermieristiche (Nurse24, Tempo di Nursing, L’infermiere), per identificare le competenze e responsabilità dell’infermiere nel migliorare la qualità di vita, in termini di salute psico-fisica, del paziente all’interno delle carceri.
La ricerca si è servita di un breve excursus storico-legislativo della Sanità Penitenziaria per comprendere il perché della presenza di detenuti portatori di disturbi psichici in un contesto di per sé patogeno, per essi incompatibile; concetto chiarito anche grazie ad un’intervista con il Dottor S. A., Garante dei detenuti del Lazio. Inoltre, è stata condotta un’altra intervista ad un ex detenuto (ora presidente dell’associazione ExDON), il signor P. I., che ha permesso di comprendere al meglio le condizioni detentive.
Dall’analisi degli studi considerati sono state identificate: le problematiche che ostacolano il miglioramento della qualità di vita e la promozione della salute di questa particolare categoria di pazienti; gli interventi e i programmi che andrebbero messi in atto; infine, quello che risulta essere il ruolo dell’infermiere all’interno del contesto carcerario. I risultati trovati non dimostrano un miglioramento significativo della situazione detentiva in Italia negli ultimi anni, infatti, assistiamo ad una riduzione del personale penitenziario e ad un aumento del tasso di sovraffollamento dei detenuti, pur tuttavia fortunatamente si assiste ad una staticità per quanto riguarda i tassi di suicidio in carcere.
Un approccio diverso nei confronti del carcere da parte della società e l’attuazione di nuove norme circa la sanità in ambito penitenziario, potrebbero aiutare il soddisfacimento dell’individuo detenuto, attraverso una relazione terapeutica e un adeguato processo di nursing specifico per la persona.

 

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