1.13.3

Assistenza e comunità confinate (2013)

L’assistenza infermieristica nelle comunità confinate: la persona detenuta

Responsabile del Polo

Abstract

Il vissuto di malattia e l’assistenza infermieristica nel carcere sono destinate a rivestirsi di significati particolari, vista la complessità del contesto in cui si opera. Il lavoro infermieristico in carcere, infatti, è molto diversificato e richiede agli infermieri di attingere a una vasta gamma di competenze, a cominciare da quelle relazionali.
Altro aspetto che la professione infermieristica può introdurre in ambito penitenziario è il modello organizzativo della presa in carico della persona reclusa fin dall’ingresso, programmata in una continuità assistenziale per tutto il periodo di permanenza. Tutto ciò con il supporto di un’adeguata documentazione infermieristica che evidenzi, come avviene già in molti contesti sanitari, l’attività svolta dagli infermieri. La formazione, in tale contesto, diventa elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Background

La sanità penitenziaria è da anni al centro dell’attenzione, anche se ultimamente l’interesse è aumentato a fronte delle condizioni sempre più critiche delle carceri. Inoltre, i bisogni di salute crescono e richiedono una vera e propria presa in carico dei detenuti, che, oltre alle malattie comuni a tutta la popolazione, spesso presentano stati di salute talvolta aggravati dalle condizioni di vita legate alla reclusione.
L’importanza dello stato di salute della popolazione detenuta è stata la base concettuale che ha portato al  Dpcm del 1° aprile 2008 con cui i rapporti di lavoro, le risorse finanziarie, le attrezzature e i beni strumentali in materia di sanità penitenziaria sono stati trasferiti al Servizio Sanitario Nazionale e, di conseguenza, il rapporto di lavoro degli operatori sanitari è passato alla gestione delle Aziende sanitarie locali.
L’area sanitaria di un carcere è chiamata a garantire la salute a tutti i soggetti, sia sul piano della prevenzione che sul piano degli accertamenti diagnostici e terapeutici. E’ evidente l’importanza del ruolo dell’assistenza infermieristica che si impegna da sempre a rafforzare il rapporto di fiducia con l’assistito.
Per garantire la continuità delle cure e fornire risposte adeguate alle necessità emergenti nelle carceri è necessario valorizzare la componente infermieristica, non solo in risposta alle esigenze di questi operatori, ma come atto di tutela per il cittadino detenuto.
L'importanza dell'intervento infermieristico in carcere trova ampia e sostanziale motivazione, dimostrandosi di specifica competenza dell’infermiere, capace per cultura e per formazione di selezionare le informazioni pertinenti, riconoscere i bisogni assistenziali e individuarne le priorità, erogare l’assistenza necessaria, fornire informazioni corrette, rassicurare.
Gli obblighi etici e istituzionali impongono all’infermiere di pianificare l'assistenza non solo in funzione di un bisogno espresso, ma in relazione al bisogno globale di salute: curando il malato e favorendo la salute del sano.
L'attuale modello organizzativo infermieristico penitenziario, basato essenzialmente sull'aspetto tecnico, dovrebbe rinnovarsi per consentire la presa in carico personalizzata dell’assistito con la relativa pianificazione assistenziale, comprensiva degli aspetti educativo e relazionale.
Il riconoscimento e la valorizzazione della professione infermieristica, anche per l’attività all’interno degli istituti penitenziari, passa attraverso un percorso formativo specifico che sia in grado di sviluppare competenze e fortificare le responsabilità già acquisite, per una nuova definizione di governo clinico assistenziale quale strumento di orientamento e governo della sanità anche nelle carceri.

Obiettivi di progetto

Obiettivi generali

Il corso si prefigge come obiettivo primario quello di fornire delle competenze specifiche di assistenza infermieristica verso la popolazione penitenziaria che può comprendere diverse tipi di fragilità come ad esempio: il minore, la donna con figli, la puerpera, il tossicodipendente, il  disabile fisico  e/o mentale, l’anziano, il paziente di culture e religioni altre, diversità di genere. 

In tale contesto e scenario l’infermiere che esercita all’interno delle carceri deve essere formato e aggiornato al fine di acquisire conoscenze e sviluppare competenze per rispondere efficacemente ai bisogni sanitari di detta popolazione.

Indicatori

1) N° di eventi formativi espletati  / N° di eventi formativi previsti (> 50%)  

2) N° di partecipanti agli eventi formativi / N° di partecipanti attesi agli eventi formativi (> 75%)

Metodologia

Metodologia didattica:

Lezioni magistrali, esercitazioni in aula, discussioni in plenaria, discussioni casi clinici, role playing. Il corso sarà fortemente interattivo e verranno utilizzati strumenti multimediali.


Materiale didattico:

Docenti
PC, videoproiettore, riproduttore musicale.

Ai partecipanti:
Dispensa con testi  di approfondimento sugli argomenti del corso, testi sull’argomento trattato, bibliografia, su supporto informatico.

Risultati attesi

Al termine delle giornate formative i partecipanti avranno acquisito strumenti in grado di migliorare le conoscenze e le competenze relative all’esercizio professionale in ambito penitenziario e specificatamente, acquisire conoscenze teoriche e aggiornamenti in tema di:

1)      legislazione sanitaria e penitenziaria,

2)      contesto delle carceri,

3)      modelli di organizzazione dell’assistenza,

4)      continuità assistenziale,

5)      paziente detenuto: tipologia e caratteristiche,

6)      organizzazione e gestione del personale,

7)      esercizio professionale,

8)      risvolti etici, multiculturali, religiosi e di genere,

9)      rapporti  Infermiere-Agente di Polizia Penitenziaria,

10)    prevenzione e la sicurezza sanitaria,

11)    comunicazione terapeutica nel team.

 

Acquisire abilità manuali, tecniche o pratiche in tema di:
gestione dei pazienti fragili detenuti, pianificazione assistenziale del detenuto, protocolli procedure per la continuità assistenziale.

Migliorare le capacità relazionali e comunicative in tema di:
caratteristiche del team in ambito penitenziario, metodologie e strumenti per la relazione con il paziente recluso, la comunicazione terapeutica.

 

Rilevanza

L'evento proposto è coerente con uno degli obiettivi formativi di interesse nazionale di cui all'articolo 16 ter comma 2 del D. L. 229/1992, cioè il n.22 Fragilità: tutela degli aspetti assistenziali e socio-assistenziali.

Bibliografia

 

Riferimenti legislativi

 

1.      Lettera circolare n.613010/12 del 30.11.1984 Oggetto: aggiornamento elenchi cittadini assistibili dal SSN.

2.      Circolare n.3132/5582 del 12.9.1985.

3.      Circolare n.3154/5604 del 2.1.1986.Oggetto: assistenza sanitaria ai detenuti e agli internati

4.      Circolare n.3182/5632 del 21.7.1986.Oggetto: tutela della vita e della salute delle persone detenute.

5.      Circolare n.643295/12 del 24.11.1990.Oggetto: indirizzi e direttive per l'assistenza sanitaria penitenziaria.

6.      Circolare n.3337/5787 del 7.2.1992.Oggetto: costituzione e funzionamento delle aree.

7.      Circolare n.808139/4127 del 14.7.1995.Oggetto: ricovero dei detenuti e degli internati nei luoghi esterni di cura.

8.      Lettera circolare n.576541/2 del 24.2.1999.Oggetto: organizzazione dei servizi sanitari.

9.      Lettera circolare n.156511/3 del 30.6.1999.Oggetto: riordino della medicina penitenziaria.

10.  Decreto legislativo recante “Disposizioni per il riordino della medicina penitenziaria a norma dell’art. 5 della legge 30 novembre 1998,n.419”

11.  Art. 32 Costituzione italiana

12.  L.833/78

13.  L.230/99

 

Riferimenti bibliografici

 

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Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – Ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema informativo automatizzato – sezione statistica. Dati al 30.06.2012

 

Almost J, Doran D. Prison nurses face sex taunts, death threats, CBC. (http://www.cbc.ca/news/health/story/2011/01/04/nurses-pri¬son-threats.html?ref=rss, 27 luglio 2012)    

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