Su "Aging & Mental health", articolo sui principali risultati dello studio "Sodality"

Su "Aging & Mental health", articolo sui principali risultati dello studio "Sodality"

30/11/2023

Pubblicato su “Aging & Mental health”, l’articolo da un progetto CECRI: “L'influenza del supporto sociale sulla cura di sé e sulla depressione da malattia cronica è mediata dall’autoefficacia: principali risultati dello studio osservazionale ‘SODALITY’”, a cura di: Paolo Iovino, Amy Nolan, Maddalena De Maria, Davide Ausili, Maria Matarese, Ercole Vellone e Barbara Riegel.

La famiglia è una delle principali fonti di sostegno per i pazienti anziani affetti da malattie croniche ed è noto per essere associata ad una migliore cura di sé (ovvero: “il processo di mantenimento della salute attraverso pratiche di promozione della salute e di gestione della malattia”).
Dunque, il sostegno familiare, anche in caso di depressione, influenza la cura di sé. Allo scopo di misurare il sostegno familiare percepito, il grado di depressione, la cura di sé, l’auto-efficacia (Self-Care Self Efficacy) e il mantenimento della cura di sé (monitoring e gestione) si è reclutato un campione di 541 anziani (età media=76,6±7,3 anni; in prevalenza donna, 55,6%), con malattie croniche multiple. Nel campione, la depressione e l’autoefficacia nella cura di sé sono stati mediatori significativi della relazione tra il sostegno familiare percepito e l’autocura.
In tali pazienti, infatti, il sostegno familiare percepito può facilitare un rapido miglioramento dell’autoefficacia nella cura di sé e una diminuzione dei sintomi depressivi, in particolare tra le donne. Malattie croniche, definite come “condizioni che persistono almeno per un anno e richiedono cure mediche continue”, stanno aumentando in tutto il mondo e stime recenti indicano che circa la metà della popolazione mondiale ne soffre. Quindi, non è impossibile credere che, nei prossimi 20 anni, la multimorbilità raddoppierà.
Il successo nella gestione delle malattie croniche richiede la cura di sé, che, a sua volta, coinvolge tre processi comportamentali interconnessi: mantenimento, monitoraggio e gestione della stessa. Il primo comprende le attività quotidiane e di routine utilizzate per mantenere stabile una malattia cronica (ad esempio, l'aderenza ai farmaci); il secondo, il processo di osservazione e interpretazione dei cambiamenti nei segni e nei sintomi; la terza è la risposta ai segni e ai sintomi quando si verificano.

Lo studio italiano ha dimostrato che, nello specifico, nelle persone con malattie croniche, la cura di sé riduce i sintomi gravosi e migliora la sopravvivenza.
Ma come aiutare le persone affette da una malattia cronica ad adottare comportamenti di cura di sé? Gli obiettivi specifici di questo studio sono stati di verificare le ipotesi rispetto alla cura di sé, all’autoefficacia e alla depressione mediate dalla relazione tra sostegno familiare e cura di sé negli anziani con multimorbilità, concentrandosi su tale fascia di popolazione perché corrono un rischio maggiore di sviluppare malattie croniche e sperimentare l’isolamento sociale. I risultati hanno importanti implicazioni per la teoria, la pratica clinica e la ricerca.
Da un punto di vista teorico, infatti, contribuiscono sia alle teorie del supporto sociale che a quelle della cura di sé (in particolare per quanto riguarda le differenze di genere); per quanto riguarda la pratica clinica, è importante valutare l’entità del sostegno familiare affinchè le attività di screening si possano concentrare sulla valutazione dell’autoefficacia e della depressione, con priorità offerta alle donne, alla luce della loro maggiore vulnerabilità. Tutti gli sforzi dovrebbero, perciò, convergere verso l’aumento del sostegno alla famiglia (e/o ai caregiver), affinchè aiutino a migliorare le pratiche della cura di sé, attraverso consulenze e formazione specifica, specie perché qualsiasi miglioramento nel supporto familiare può migliorare l’autoefficacia, promuovendo la cura di sé. E laddove il sostegno familiare non può essere migliorato (ad esempio, il paziente vive da solo), bisogna incentivare l’auto-efficacia nelle cure.
Tale studio fornisce indicazioni per il futuro, confermando le “variabili” dell’importanza del sostegno familiare, dell’autoefficacia e della depressione nella cura di sé negli anziani con multimorbilità, fornendo, altresì, la prova che il sostegno familiare può migliorare i comportamenti di cura di sé attraverso l’autoefficacia. Interventi volti a migliorare il sostegno familiare possono facilitare rapidi miglioramenti e una diminuzione dei sintomi depressivi, in particolare tra le donne.

Info, https://doi.org/10.1080/13607863.2022.2056877