1.14.4
Strumenti psico-relazionali per l’infermieristica (2014)
Responsabile del Polo
Abstract
La consapevolezza di sè e della proprie modalità comunicative riesce a valorizzare le enormi possibilità presenti dentro le relazioni umane, consentendo alle persone di collaborare, raggiungere obiettivi, esprimere richieste, negoziare più facilmente anche in situazioni non ottimali, nel rispetto della personalità di ciascuno. Spesso le relazioni fra persone sono compromesse, non tanto dai contenuti della comunicazione, quanto dalle modalità comunicative utilizzate. Segnali di ambiguità, tensione, incongruenza, noncuranza sono altrettanti “sabotaggi” inconsapevoli ad una comunicazione corretta e quindi al raggiungimento di obiettivi condivisi. Nel caso delle persone che svolgono il servizio infermieristico la relazione con l’altro: paziente, collega, superiore o subordinato assume una valenza che va oltre il concetto di efficienza del servizio per arrivare ad incidere, come afferma gran parte della letteratura specializzata, sull’efficacia terapeutica.
Attraverso il modello di riferimento Sistemico Relazionale - Simbolico – Esperenziale, fondato sull'incontro tra osservatore e oggetto osservato (secondo le teorizzazioni della II cibernetica), il progetto intende focalizzare la propria attenzione sul potere “della relazione di aiuto”. Secondo tale modello epistemologico, la relazione è intesa come un insieme di azioni comunicative ricorsive di tipo circolare che implicano anche la presenza di un mondo interno, di una soggettività, non solo legata a ogni singolo membro coinvolto nella relazione, ma anche legata al mondo di chi diventa l'osservatore di quel particolare contesto. La potenza “della relazione di aiuto”, in questo senso, acquista significato mediante l'incontro interattivo, quale processo di conoscenza in divenire, legato tanto al mondo interno di chi osserva tanto di chi è osservato.
Background
Dal confronto tra le esperienze maturate riteniamo sia indispensabile qualificare l’assistenza infermieristica e in particolare nel suo aspetto di relazione con la sofferenza e il “soffrire”. Da recenti ricerche si è potuto osservare che l'eccessiva mole di lavoro, la burocratizzazione dei servizi, le remunerazioni inadeguate, l’imprecisa definizione dei ruoli, la sottoutilizzazione delle risorse esistenti, unita spesso a sensazioni di inutilità della propria attività lavorativa soprattutto nei reparti a maggior impatto emotivo quali le aree critiche, pediatria e oncologia, possano essere fonte della manifestazione di marcato disagio esistenziale. Tale situazione di disagio emotivo si realizza con fenomeni di perdita di sensibilità verso gli assistiti e i colleghi, ostilità, distacco, cinismo e successivamente sentimenti di inefficienza, frustrazione ed impotenza. Questo sentimento negativo verso di sé, verso il proprio lavoro porta l'infermiere o qualsiasi operatore sanitario a lavorare sempre peggio fino a precipitare in una completa mancanza di competenza e di valore. Associati ai fenomeni di disaffezione si presentano frequentemente anche sintomi psicosomatici, frequenti mal di testa, disturbi gastroenterici, vulnerabilità del sistema immunitario. Queste alterazioni emotive e fisiche di vario genere si riflettono ovviamente sulla relazione di aiuto professionale e sul benessere organizzativo. L’utenza ne risulta danneggiata, non si instaura infatti un rapporto di fiducia tra operatore e paziente ma una relazione frustrante, inefficace e nella stragrande maggioranza dei casi dannosa. A livello organizzativo si riscontra spesso rivalità accentuata nei confronti della struttura gerarchica e nei confronti dei colleghi. In particolare si registra un aumento delle assenze e un incremento della conflittualità all’interno delle equipe.
A tale proposito proponiamo un progetto dalle modalità innovative e originali che vuole promuovere il benessere degli operatori sanitari, il benessere dell’utenza e il miglioramento del clima psicosociale del servizio sanitario.
La consapevolezza di sé cambia i vissuti, le relazioni e i contesti. L’accettazione della malattia e spesso della propria inevitabile inutilità diventa, dentro al contesto ospedaliero, una vera rivoluzione culturale che riguarda le professioni sanitarie che mette in discussione gli operatori in quanto addetti alla “salvezza” della vita, e li riproietta nel ruolo di Igea, ovvero portatori di una relazione “salutare” in quanto rapporto “sano” tra esseri umani. Tale progetto vuole essere un percorso formativo che abbia come obiettivo principale, la riscoperta della cultura del “bene-essere”, partendo dall’accettazione della sofferenza e dalla necessaria collaborazione tra colleghi, verso la creazione di una rete di sostegno umanizzante, competente nell’ affrontare la sofferenza, orientata alla prevenzione dei disturbi e al miglioramento di sé quali esseri umani.
Obiettivi di progetto
Obiettivi generali
- Favorire il benessere nella relazione paziente-infermiere orientata alla costruzione di un contesto lavorativo soddisfacente e al miglioramento della qualità del servizio erogato.
Obiettivi specifici
o Benessere del personale: miglioramento della qualità nella relazione operatore-paziente e aumento della soddisfazione lavorativa.
o Incremento dell’autostima, consapevolezza della propria scelta professionale e mantenimento della capacità di prendersi cura di sé.
o Prevenzione a eventuali disposizioni ed atteggiamenti sintomatici quali disturbi psicosomatici, ansioso-depressivo, fenomeni di de-personalizzazione ecc..
o Favorire la differenziazione delle singole figure professionali e la collaborazione del triangolo relazionale infermiere-medico-paziente.
o Orientare a prediligere un lavoro di equipe che supporti il benessere degli operatori, che li orienti verso la costituzione di relazioni umanizzanti e il miglioramento della qualità dei servizi erogati. Da un contesto disfunzionale centrato sul profitto ci si dirige verso un sistema di relazioni centrato sul benessere del paziente e l'evoluzione dei servizi erogati.
Indicatori
- Riscontri e restituzioni nella parte esperienziale dei giochi di ruolo e della “scultura relazionale”.
- È prevista una relazione clinica sul clima di gruppo e su eventuali criticità rilevate
- partecipazione al gruppo.
- richiesta di continuità intervento.
Metodologia
Il corso prevede degli incontri formativi secondo il modello di riferimento Sistemico Relazionale - Simbolico – Esperenziale mediante l’uso dei seguenti strumenti:
A. gruppo “esperienziale”di interazione e scambio sulla tematica del “burnout”e le dinamiche tipiche di una “relazione di aiuto”.
B. brainstorming,mediante il quale ogni partecipante condividerà la propria esperienza lavorativa riguardo determinate tematiche
C. il role-playing, cioè simulate dove ogni partecipante, interpretando il proprio ruolo nel contesto lavorativo, avrà l’opportunità di comprenderlo ed eventualmente modificarlo.
D. la scultura relazionale,vera e propria rappresentazione “teatrale” attraverso la quale osservare le dinamiche relazionali presenti nel proprio contesto lavorativo ed eventualmente trasformarle e arricchirle.
E. presentazione di stimoli audiovisivicon l’intento di soffermarsi su una tipologia di comunicazione efficace nel rispetto di sé e dell’altro all’interno del gruppo di lavoro
Il format di apprendimento, ai fini dell’efficacia formativa, prevede la costituzione di 2 gruppi didattici al mese da 18 fino ad un massimo di 20 partecipanti.
Risultati attesi
Rilevanza
- Restituzione da parte dei partecipanti in merito ad una maggiore consapevolezza dei propri strumenti relazionali.
Individuazione delle difficoltà personali e capacità di attivazione delle proprie risorse per il miglioramento del clima relazionale
Bibliografia
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