1.20.3
Prevenire e gestire l’evento avverso alla luce della Legge 24/2017
Responsabile del Polo
Coordinatori del Progetto
Abstract
Il rischio è tradizionalmente definito “Condizione o evento potenziale, intrinseco o estrinseco al processo, che può modificare l’esito atteso del processo. È misurato in termini di probabilità e di conseguenze, come prodotto tra la probabilità che accada uno specifico evento (P) e la gravità del danno che ne consegue (D); nel calcolo del rischio si considera anche la capacità del fattore umano di individuare in anticipo e contenere le conseguenze dell’evento potenzialmente dannoso (fattore K)”[1]
Tale definizione, diffusa dal Ministero della Salute, definisce esplicitamente il rischio come esito probabilistico di un processo. La concezione statistica del rischio assume allora per alcuni versi un significato astratto poiché valido solo in uno schema formale, cioè caratterizzato dalla perfetta ripetitività degli eventi su cui calcolare una probabilità di accadimento (P) e in una condizione di determinismo lineare necessaria a definire l’entità del danno conseguente (D) all’evento.
Le moderne teorie della complessità dei sistemi sanitari ci descrivono situazioni ben diverse da quelle di uno scenario precostituito da interventi clonati in serie dal rispetto di procedure e protocolli terapeutici da parte degli operatori sanitari, ci parlano di multifattorialità e multicriterialità nelle scelte decisionali, ci descrivono relazioni complesse ed incerte sul piano semantico delle variabili osservate. Tali considerazioni ci fanno dunque affermare che: la sicurezza è una proprietà emergente del sistema che non è riconducibile al buon funzionamento dei suoi singoli elementi, ma alla sana interazione complessa tra essi. Il corso si prefigge quindi di approfondire i fondamenti per un’organizzazione sicura, ovvero: la comunicazione, l’integrazione e il concetto di appropriatezza nella pratica clinico assistenziale. La letteratura in materia di sicurezza delle cure ha prodotto un elenco di raccomandazioni finalizzate alla riduzione della frequenza e della magnitudo degli eventi avversi. I concetti espressi, alla luce della recente normativa in termini di responsabilità e delle diverse problematiche organizzative riscontrate, ripropongono la necessità di un ragionamento che recuperi il modello culturale di sicurezza delle cure non solo orientata al rispetto di procedure e raccomandazioni ma dimostrata con esiti di cura. In questo senso il professionista deve recuperare la consapevolezza del proprio agire, dei propri comportamenti improntati al porre attenzione, al considerare i particolari che possono fare la differenza orientando scelte, decisioni, valutazioni che permettono al professionista di contenere rischi e gestire situazioni.
Il corso si propone di condurre i professionisti in un percorso di riflessione e approfondimento sui temi dell’evento avverso e della responsabilità, ragionando sul superamento del concetto di procedura da rispettare, a favore di una analisi critica e competente per la valutazione del rischio. L’analisi della Legge 24/17 è finalizzata a comprendere e focalizzare i cambiamenti concreti sul concetto di responsabilità e di colpa che tale legge ha avviato.
L’approfondimento guidato di una sentenza riferita ad infermieri sarà occasione di dibattito con esperto legale, per completare il quadro teorico con una discussione sulle “buone pratiche” quale garanzia di esiti sicuri. Un’esercitazione permetterà di sperimentare una attività di risk management e nel particolare è stata scelta la modalità di riunione finalizzata all’analisi di un evento avverso.
Background
Il National Health Service, sistema paragonabile per numerosità, tipologia e popolazione al SSN italiano, indica che in Gran Bretagna ci sono circa 400 morti l'anno conseguenti a malfunzionamenti di apparecchiature mediche, 10 mila danni da farmaci e 28 mila denunce per errori medici. La Rivista Rischio Sanità, nel numero 1, riporta che su 8.000.000 ricoveri annui, 320.000 (circa il 4%) residua una tipologia di danno a carico del paziente.
Il dipartimento della salute inglese riporta, nel 2000, che il 10% dei pazienti ospedalizzati sperimenta un evento avverso nel corso della degenza, un tasso di errori legati alla somministrazione di farmaci per via orale compreso tra il 3 e il 5,5 % che aumenta fino al 27% per i farmaci endovenosi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato la necessità che sia la stessa organizzazione sanitaria ad intervenire per assicurare ai pazienti l’erogazione di prestazioni altamente qualificate e sicure.
Il Risk Management può dunque essere anche definito come l'insieme di processi, sistematici e pianificati, finalizzati a ridurre il più possibile la probabilità di un danno al paziente e/o di immagine per l’azienda sanitaria
Il Ministero ha, per questo, elaborato un protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella, al fine di monitorare i processi, con l’obiettivo di fornire una modalità univoca di sorveglianza e di gestione degli eventi sul territorio nazionale.
La legge 8 marzo 2017 n. 24 interviene nuovamente sullo statuto della responsabilità connessa allo svolgimento dell’attività sanitaria e, muovendo dal segno già tracciato nel 2012 dalla Legge n. 189 (cd. legge Balduzzi), compie scelte chiare destinate ad avere un significativo impatto nel complesso settore della “medical malpractice”. Consapevole che la sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute e che il rischio clinico va prevenuto e gestito nell’interesse del singolo e della collettività.
Obiettivi di progetto
Obiettivi generali Offrire una conoscenza diffusa della cultura della sicurezza delle cure (Risk Management). Favorire l’acquisizione di elementi di conoscenza sui concetti base della complessità delle organizzazioni sanitarie e sulla metodologia di analisi degli eventi avversi.
Obiettivi specifici Acquisire competenze e consapevolezza sui seguenti temi:
|
Indicatori |
Realizzazione di un evento formativo rivolto a 100 partecipanti della durata di otto ore, svolto in una giornata sviluppata con relazioni sugli argomenti indicati e con didattica attiva di partecipazione dei discenti a momenti di analisi e discussione di casi.
Ripetizione dell’evento formativo nell’arco dell’anno 2018 per un totale di N° 5 edizioni e per un totale di N° 400 partecipanti.
Evidenza di raggiungimento degli obiettivi specifici formativi mediante valutazioni nel corso dell’evento formativo.
Outcome Report finale del progetto annuale contenente: sedi di erogazione del corso, numero partecipanti, raggiungimento obiettivi formativi (analisi risposte post-test) e numero professionisti che ottengono acquisizione di crediti ECM. |
Scheda di raccolta dati dei dati socio-demografici degli infermieri partecipanti, anche con riferimento a occupazione/disoccupazione e modalità di esercizio.
Metodologia
Costituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare di esperti delle varie discipline che interagiscono nella prevenzione e valutazione dell’errore in sanità. Progettazione delle esercitazioni/laboratori.
Campione
Infermieri e infermieri pediatrici iscritti all’OPI di Roma che operano nelle strutture assistenziali pubbliche e private di Roma e Provincia o esercitano in qualità di liberi professionisti.
Strumenti
Sviluppo di un programma formativo di cui si allega il programma (Allegato 1), in cui le tematiche più importanti del rischio clinico saranno affrontate da esperti della disciplina con lezioni magistrali e discussione di casi clinici.
Metodologia didattica
- Briefing di apertura per la conoscenza dei partecipanti e la presentazione dei contenuti e della metodologia di lavoro.
- Lezioni frontali con supporti audiovisivi.
- Presentazioni di casi clinici e discussione modalità di soluzione
- Presentazione di problemi e case histories
- Confronto dibattito tra pubblico e docente
- Verifiche di apprendimento intermedio secondo la seguente agenda dell’evento formativo:
- Discussioni su casi/temi
Test di apprendimento finale e valutazione gradimento evento formativo
Risultati attesi
- Realizzazione dell’evento formativo nell’arco del 2019 per un totale di 5 edizioni
- Formazione di 400 infermieri/infermieri pediatrici
- Evidenza del raggiungimento degli obiettivi specifici formativi mediante valutazione del test finale, con raggiungimento dell’80% di risposte esatte nel test finale
- Superamento del test finale e acquisizione dei crediti ECM per il 90% dei partecipanti
Rilevanza
I partecipanti potranno sviluppare un buon grado di consapevolezza in merito alle caratteristiche intrinsecamente complesse di un’organizzazione sanitaria assistenziale e conoscenze in merito al linguaggio ed alla terminologia propria dell’approccio proattivo e reattivo del Risk Management. Tali conoscenze e lo sviluppo di competenze in questo ambito sono indispensabili per lo sviluppo di un livello culturale e scientifico utile alla contestualizzazione di un evento avverso all’interno di un processo assistenziale, rimuovendo i meccanismi di colpevolizzazione riferiti all’errore commesso e potenziando la consapevolezza nel proprio agire, non come mera applicazione di procedure ma come attenzione a tutte le variabili che possono contribuire al buon esito o al generarsi di eventi avversi. Importante, non da ultimo, la consapevolezza nell’applicare soluzioni utili al buon esito di cura. Lo sviluppo di un pensiero critico professionale, che si concretizza con riflessioni tra pari, finalizzate alla analisi di situazioni critiche in un clima di serena e fattiva collaborazione, è elemento fondamentale per garantire qualità e sicurezza nelle prestazioni offerte alle persone in qualsiasi contesto operativo. L’analisi della normativa sulla responsabilità professionale è fondamentale per riorientarsi in un contesto di reinterpretazione delle responsabilità e delle competenze professionali alla luce della normativa vigente, ponendo attenzione ai cambiamenti reali e futuri.
Bibliografia
- Benci L. Aspetti giuridici della professione infermieristica. Milano: McGraw-Hill 2002
- Benci L. La responsabilità giuridica e deontologica della professione infermieristica nelle infezioni ospedaliere. I Quaderni dell’Infermiere 2002; 3:27-29.
- Benedetti T., Piovaticci S., Tonucci S. La gestione del rischio clinico nell'azienda ospedaliera "Ospedale San Salvatore" di Pesaro. Rischio Sanità 2009(34):27–31
- Caminati A., Beccari D., Ceccarelli P., Mambelli S., Mazzoni R. Pensare, progettare, realizzare un modello organizzativo infermieristico per il risk management. NEU 2003; (2/3):34-39.
- Casati M., Maricchio R. Sicurezza in sala operatoria, un’importante svolta: sintesi del manuale ministeriale dell’ottobre 2009. I Quaderni dell'Infermiere 2010(27):1–20
- Cinotti R., Basini V., Di Denia P. (a cura di). Il sistema di incident reporting nelle organizzazioni sanitarie Sussidi per la gestione del rischio 2. Agenzia sanitaria regionale dell’Emilia-Romagna 86 - 2003 DOSSIER
- Lamanna O., Cristofolini A., Rubertelli M. L'identificazione come processo: sua importanza nella prevenzione degli errori. Rischio Sanità 2009(34):4–9.
- Marchetti E. Sviluppare il Risk Management per la sanità. Rischio Sanità 2004; (17):12-14.
- Marcon G. Dal Risk Management alla cultura della sicurezza: parte prima. Rischio Sanità 2002; (7):9-10.
- Marcon G. Dal Risk Management alla cultura della sicurezza: parte seconda. Rischio Sanità 2002; (8):17-22
- Marinello S. Attività sanitaria, consenso, scriminanti e reati connessi: Le sezioni unite della Corte di Cassazione fanno chiarezza. Rischio Sanità 2009(33):33–49.
- Mer. B. Italia terrorizzata dagli errori. Il Sole 24 Ore Sanità 20.3.2006:18.
- Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Dipartimento della qualità Direzione Generale della programmazione sanitaria, dei livelli essenziali di assistenza e dei principi etici di sistema Ufficio III, Metodi di analisi per la gestione del rischio clinico Root Cause Analysis – RCA - Analisi delle Cause Profonde
- Ministero della Salute, Dipartimento della Qualità, Direzione Generale Della Programmazione Sanitaria, Dei Livelli Di Assistenza e Dei Principi Etici Di Sistema Ufficio III. Risk management in Sanità. Il problema degli errori. Commissione Tecnica sul Rischio Clinico DM 5 marzo 2003
- Ministero della Salute Dipartimento Della Qualità Direzione Generale Della Programmazione Sanitaria, Dei Livelli Di Assistenza e Dei Principi Etici Di Sistema Ufficio III. Protocollo per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella. 2005
- Ministero della Salute Dipartimento Della Qualità Direzione Generale Della Programmazione Sanitaria, Dei Livelli Di Assistenza e Dei Principi Etici Di Sistema Ufficio III. Raccomandazione n° 7 per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivanti da errori in terapia farmacologica, Un uso non corretto dei farmaci può determinare eventi avversi con conseguenze gravi per i pazienti – Marzo 2008.
- Ministero della Salute Dipartimento Della Qualità Direzione Generale Della Programmazione Sanitaria, Dei Livelli Di Assistenza e Dei Principi Etici Di Sistema Ufficio III. Raccomandazione n° 13 per la prevenzione e la gestione della caduta del paziente nelle strutture sanitarie
- Ministero della Salute Dipartimento Della Programmazione e dell’ordinamento del Servizio sanitario nazionale Direzione Generale della Programmazione Sanitaria Ufficio III Ex DGPROGS Protocollo di Monitoraggio degli eventi sentinella 4° Rapporto (Settembre 2005-Dicembre 2011) Febbraio 2013
- Motta P. C., Signorotti L. Il contributo dell'infermieristica nella gestione del rischio clinico. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2009;21(2):216–230.
- Musolino M., Olzai G., Sesti E., Gestione reattiva del rischio clinico: la logica fuzzy come innovativo strumento di supporto decisionale per l’attivazione dell’audit di Risk Management, L’ospedale - Periodico Trimestrale ANMDO - Numero 4 - ottobre-dicembre 2011
- Musolino M, Se la soluzione è il problema. Il falso mito della razionalizzazione in sanità Guaraldi ed 2014
- Musolino et al. La cultura dell’incertezza Eurilink 2016
- Musolino M, Alcune riflessioni sul rapporto tra rischio clinico e l’incertezza intrinseca alla complessità dei processi sanitari. Rivista Dioscuri 1/2011
- Negrini G., Martelli L. Strategie per una continuità di terapia farmacologica sicura. Rischio Sanità 2009(33):12–19.
- Palmiere C., Picchioni D.M., Molinelli A., Celesti R. Carenza delle strutture sanitarie: a chi la responsabilità? Difesa Sociale 2004; LXXXIII (2): 99-114.
- Regione Emilia-Romagna - Agenzia Sanitaria Regionale. FMEA/FMECA analisi dei modi di errore/guasto e dei loro effetti nelle organizzazioni sanitarie. Sussidi per la gestione del rischio 1. Dossier 75/2002
- Regione Lazio, Direzione salute e integrazione socio-sanitaria, Linee di indirizzo regionali per la stesura del Piano di Risk Management (PARM): Gestione del Rischio Clinico e delle Infezioni Correlate all’Assistenza (CC-ICA), determinazione 1 aprile 2014
- Rutigliano L., Raponi M., Messina G., Nante N. La cultura della sicurezza: strumento di governo del rischio clinico nell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Mondo sanitario 2009;16(6):7–15.
- Savignani G., Malagodi D. Sestini C., Autieri F., Lupoli A., Nante N. Incident reporting: confronto sulla gestione del rischio clinico in Emilia-Romagna e in Toscana. Mondo sanitario; 2008(9):1–8.
- Taurino R. Responsabilità in ambito sanitario e problematiche assicurative in sanità. Sanità Pubblica e Privata 2010(1):41–49
Tomassetti R. Se gli infermieri sono pochi le terapie falliscono (e si muore di più). L’infermiere 2003; (1): 28 – 20.