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La professionalità del care infermieristico seconda indagine nazionale 2012

Area etica professionale
2.12.1

La professionalità del care infermieristico seconda indagine nazionale 2012

La professionalità del care infermieristico. Seconda indagine nazionale

Responsabile del Polo

Abstract

La professione infermieristica nei contesti dinamici e instabili che caratterizzano la post-modernità si contraddistingue per mutamenti profondi e sostanziali che concernono sia il contributo epistemologico e fattuale specifico all’interno dei sistemi sanitari, sia la relazione con il cittadino [1, 2, 13, 14].

L’avvento della “società complessa”, in altre parole plurale, dismorfica, asimmetrica, non lineare, dinamica, multidimensionale, e il suo irrompere in forme, modelli e tendenze che la fanno somigliare spesso ad un’immensa rete di significati, pongono la necessità della riflessione e del confronto per riformulare le scelte dell’operatore sanitario, per riposizionare l’infermiere e le sue competenze all’interno delle organizzazioni sanitarie. La società plurale, caratterizzata dal superamento delle visioni unilineari dell’esistenza, dal superamento della frammentarietà dei singoli saperi, dall’approccio interdisciplinare alla soluzione dei problemi, dal profondo cambiamento dell’esperienza del tempo e dello spazio per tutti gli abitanti del nostro pianeta, dall’aumento vertiginoso delle comunicazioni con la crescita delle reti digitali, dall’interdipendenza economica sempre più accentuata e dal rimodellamento continuo delle identità personali e collettive, oltre a cambiare senza soluzione di continuità, produce nuove identità, sempre in divenire, anche in relazione alle maggiori possibilità di contatto con le diversità portate da individui provenienti da tutto il mondo. Questa situazione impone al professionista infermiere di sviluppare nuove competenze per rispondere ai bisogni di assistenza infermieristica della persona e per lavorare a fianco di colleghi provenienti da molti paesi diversi [3].

I profondi mutamenti tecnologici che investono l’area sanitaria (e-Care, e-Health) [15]) impongono alle figure sanitarie di acquisire competenze connesse all’era digitale, con cui la funzione di cura si può realizzare attraverso modalità complesse soggette a rapida trasformazione [14].

I fenomeni sopra delineati suggeriscono l’importanza di realizzare uno studio sui mutamenti che investono la professionalità del nursing: a distanza di dieci anni dalla prima indagine nazionale sulla professione infermieristica [13], lo studio che in questa sede si discute si propone di sondare le trasformazioni intercorse nell’ambito sanitario e in quello infermieristico in particolare, le ricadute e le strategie per superare le criticità emerse.

Background

Nella società complessa, l’identità professionale dell’infermiere risulta essere sempre più multipla, dinamica, riflettendo la varietà di fili intrecciati che si strutturano nella sua formazione professionale e nel suo processo di educazione continua in medicina. Tale identità professionale che abbiamo definito fuzzy [4, 5] presuppone un percorso lavorativo non più caratterizzato da schemi di riferimento noti e rassicuranti, dal lavoro nella stessa organizzazione e nella stessa unità operativa per un lungo periodo di tempo o per tutta la vita, ma una realtà fatta di nuove sfide e scommesse, un mondo fatto di ricerca infermieristica, di lifelong learninge lifewide learning, di specifico infermieristico esperito in autonomia e nel contempo in forte integrazione con gli altri attori del processo di cura.

In Italia si sono registrati diversi ritardi nel processo di professionalizzazione della figura dell’infermiere, soprattutto se il confronto è realizzato con i paesi avanzati, in particolar modo anglosassoni.

Nel corso degli anni ’70-’90 del secolo scorso, nel nostro paese l’infermiere lamentava ridotti spazi di autonomia e deficit di responsabilità, tale per cui il suo ruolo era limitato a quello di esecutore di interventi decisi da altri (prevalentemente, medici) [6].

Nel corso degli anni Novanta, importanti trasformazioni hanno coinvolto la professione infermieristica: si pensi, per esempio, ai cambiamenti che hanno caratterizzato il percorso formativo (dal 1996, di carattere universitario), all’approvazione del profilo professionale (D.M. 739/94), all’abolizione del mansionario (L. 42/99), al riconoscimento della dignità di professione al pari di altri profili e all’approvazione del Nuovo Codice Deontologico nel 1999 e poi nel 2009 [6, 7, 8].

Si può così affermare come l’identità dell’infermiere sia oggi sempre più orientata in senso professionale [1] ed egli «assolve ad un’assistenza o eroga un servizio di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo, assumendo decisioni proprie e lavorando in équipe. La relazionalità messa in campo con il malato, col paziente o col cittadino è di tipo sia tecnico-scientifico, sia umano con valenze educative, gestionali, gestionali» [ibidem: 11; 8].

Quanto appena affermato trova riscontro nei risultati emersi da una importante ricerca nazionale[1] diretta da Cipolla e Artioli [9]: nello studio emerge chiaramente un orientamento della prestazione di assistenza rivolta al paziente (patient-centred intervention), tanto che l’87% dei rispondenti ha dichiarato di spendere energie nell’interpretare e tenere in considerazione i bisogni del cittadino assistito. La relazione si realizza attraverso un approccio integrato alla persona volta a coinvolgere anche le reti primarie [10]. In altri termini, emergono tendenze a considerare sempre più l’aspetto umanistico della personalizzazione delle cure, che trova nell’approccio relazionale il fondamento ontologico delle scienze infermieristiche.

Nonostante i segnali positivi, il percorso empirico di 10 anni orsono ha rivelato la presenza di nodi problematici: infatti, gli intervistati hanno lamentato uno scarso riconoscimento sul piano lavorativo, mancanza di potere decisionale, scarsa considerazione da parte dell’opinione pubblica, ruolo residuale rispetto alla dominanza medica,  problemi derivanti dall’essere in numero insufficiente rispetto alle necessità di cura e assistenza.

Nel complesso emerge «una professionalità a base metodologica-scientifica […] che fa della procedura flessibile ed orientata all’altro (il paziente) il perno delle proprie competenze e del proprio agire, che cerca di mediare fra management organizzativo e presa in carico del malato, che agisce per progettazione, che non è completamente estranea alla ricerca» [2: p. 21].

Ancora, è necessario sottolineare come le trasformazioni tecnologiche legate alle reti e-Care/e-Health abbiano consentito la diffusione di strumenti di gestione delle informazioni e dei dati clinici del cittadino che possono certamente migliorare le prestazioni di assistenza e cura, ma che richiedono percorsi di formazione per gli operatori sanitari che necessariamente debbono interfacciarsi con il loro utilizzo. Proprio in tale ottica si propone di analizzare attraverso le percezioni degli infermieri i cambiamenti avvenuti nella professione stessa nell’ultimo decennio, evidenziando la promozione di modelli organizzativi basati sull’intensità assistenziale ed il grado di autonomia raggiunto dopo 12 dall’approvazione della Legge (42/99) “Disposizioni in materia di professioni sanitarie”.



[1]
La ricerca ha coinvolto 2.141 infermieri intervistati tramite questionario strutturato.

Obiettivi di progetto

Obiettivi generali

Il presente studio – costruito secondo una logica di comparazione rispetto ai risultati emersi nella prima indagine nazionale curata da Cipolla e Artioli nel 2003 [13] –  rappresenta un percorso di  approfondimento e di aggiornamento in merito alle questioni cruciali che ruotano attorno alla professionalità infermieristica in Italia. Lo scopo generale del percorso empirico è quello di individuare i principali mutamenti  intercorsi nell’ultimo decennio a seguito delle profonde trasformazioni che hanno investito lo scenario del nursing (es. provvedimenti legislativi, riforma dei percorsi formativi, fenomeni immigratori assistenziali e professionali, rimodulazioni organizzative con implementazione di realtà sanitarie che funzionano per intensità di cura, strutturazione di momenti assistenziali più vicini alla persona nel suo mondo vitale- Nuclei di Cure Primarie, assistenza domiciliare, etc.). 

  • Tale progetto si inquadra nell’ambito di una iniziativa strategica, che potrebbe produrre un alto ritorno di immagine per la professione infermieristica  e per l’implementazione di setting assistenziali coerenti con il mutato e più complesso quadro societario in costante evoluzione e transizione demografica ed epidemiologica.
  • I risultati saranno diffusi attraverso l’organizzazione di convegni e seminari, la pubblicazione di un libro e un articolo di ricerca su riviste nazionali ed internazionali.

Obiettivi specifici

o    Comprendere approfonditamente i mutamenti intercorsi nel contesto lavorativo in relazione ai nuovi bisogni del paziente, al mutato contesto organizzativo, allo sviluppo tecnologico ( reti e-Care, e-Health), alle trasformazioni del setting d’azione in relazione al fenomeno migratorio,che riguarda tanto il personale sanitario, quanto, soprattutto, la pluralità di pazienti di diversa provenienza che devono essere assistiti e che sono portatori di culture e valori specifici.

o    Individuazione delle aree di criticità che ostacolano gli infermieri nell’esercizio della loro piena autonomia professionale in relazione a molte dimensioni tra cui il diverso rapporto con i medici e gli altri membri dello staff, il: rapporto con i pazienti provenienti da culture altre e con le persone per loro significative, etc.

o    Analisi dell’espressione delle competenze specifiche nel medio e lungo periodo legate alla professionalizzazione infermieristica a seguito della riforma dei cicli di formazione.

o    Comprensione dei fattori di soddisfazione/insoddisfazione lavorativa.

o    Comprensione dell’impatto che gli  infermieri stranieri hanno con l’organizzazione sanitaria italiana e gli eventuali problemi di comunicazione.

Indicatori

o         indicatori legati alle dimensioni dell’umanizzazione e personalizzazione delle cure

o         indicatori di comunicazione inter e intra-professionale

o         indicatori legati all’area dell’espressione dell’autonomia professionale

o         indicatori legati all’espressione delle competenze specifiche

Metodologia

Disegno dello studio

Il percorso empirico proposto si configura come uno studio quantitativo, volto a coinvolgere  infermieri operanti in realtà sanitarie pubbliche o private del territorio nazionale.

Lo studio prevede due macro-fasi:

o    La prima consiste nell’indagine di sfondo, finalizzata ad analizzare la letteratura scientifica, nazionale ed internazionale, prodotta in relazione al tema oggetto di indagine; in questa fase troverà spazio anche l’analisi del quadro normativo che, direttamente o indirettamente, influenza la professione infermieristica. Inoltre, in questa fase si raccoglieranno, attraverso fonti secondarie, dati riguardanti la presenza di infermieri in Italia e la loro condizione (caratteristiche socio-anagrafiche, provenienza, collocamento geografico, aree di intervento, partecipazione all’associazionismo professionale);

o    Nella seconda fase, si somministrerà un questionario strutturato a infermieri  operanti nel territorio nazionale nel corso del XVI Congresso nazionale Ipasvi che si svolgerà a marzo del 2012 a Bologna.

 

Campione

Si suppone di raccogliere 5.000 questionari compilati da infermieri operanti nel territorio nazionale

L’individuazione delle persone da intervistare seguirà i criteri di un campionamento logico-rappresentativo non probabilistico per quote conservando la rappresentatività rispetto alla regione di provenienza e ai luoghi di intervento (ambiente ospedaliero e territorio).

 

Strumenti

Un questionario strutturato che includerà parte dei quesiti posti nella prima indagine nazionale sulla professione  infermieristica [13], al fine di garantire la comparabilità delle risposte; tuttavia, saranno inserite nuove domande volte a sondare gli aspetti inesplorati nella precedente indagine legati alle profonde trasformazioni dei setting di intervento, con particolare attenzione ai mutamenti tecnologici e organizzativi, all’espressione dell’autonomia e delle competenze professionali e all’umanizzazione dell’assistenza. È ipotizzabile l’integrazione all’interno del questionario di test già validati a livello internazionale per misurare alcuni indicatori (es. per l’indicatore di soddisfazione lavorativa, l’Effort-Reward-Imbalance Questionnaire di Siegrist et al.) [17].

Procedure

La somministrazione del questionario sarà preceduta da pre-test volti alla validazione dello strumento in un lasso di tempo adeguato (non inferiore ai due mesi).

Risultati attesi

Lo studio mira ad analizzare i processi di trasformazione intercorsi, in atto e potenziali, che coinvolgono a vario titolo la professione infermieristica ed i contesti nei quali si realizzano le funzioni connesse al nursing.

Lo scopo precipuo è quello di individuare le aree di criticità che ostacolano l’esercizio della professione infermieristica intesa quale servizio preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo.

A tal fine, nel questionario saranno esaminate aree connesse sia alla dimensione tecnica sia a quella più prettamente umano-relazionale. Adeguato spazio dovrà essere destinato al rapporto tra pratiche infermieristiche ed elementi come il percorso di formazione di base e formazione continua, il piano assistenziale, il contesto organizzativo, l’impiego delle nuove risorse tecnologiche.

Inoltre, lo studio permetterà di sondare i livelli di soddisfazione ed insoddisfazione in relazione agli ambienti di lavoro, alle pratiche organizzative, al contesto relazionale di lavoro inter e intra-professionale, al rapporto con i pazienti.

Su tali aspetti, è bene precisare come il percorso empirico miri a rilevare differenze in relazione alle principali variabili discriminanti legate al profilo socio-anagrafico (genere, età, nazionalità), nonché ai contesti di cura (ambiente ospedaliero, comunità e territorio, …).

L’output finale consisterà nell’individuazione di alcune linee di indirizzo volte al superamento delle criticità emerse nel percorso empirico attraverso politiche di intervento aggiornate allo scenario attuale nel quale l’infermiere opera, caratterizzato da una maggiore complessità relativa sia al moltiplicarsi e differenziarsi dei bisogni degli utenti, sia per la presenza di professionisti e pazienti portatori di differenti background culturali.

Rilevanza

Come precedentemente anticipato, il percorso empirico che si propone nel presente progetto ha lo scopo di analizzare le trasformazioni che hanno investito la professione infermieristica al fine di individuare linee di indirizzo per il miglioramento sia della soddisfazione percepita dall’infermiere, sia delle dimensioni che riguardano la relazione infermiere-paziente.

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