Logo Polo Cecri

La figura dell’infermiera dall’Unità d’Italia sino all’avvento del Fascismo

Area educativa
2.20.14

La figura dell’infermiera dall’Unità d’Italia sino all’avvento del Fascismo

La figura dell’infermiera dall’Unità d’Italia sino all’avvento del Fascismo. Analisi comparata di regolamenti ospedalieri.

Responsabile del Polo

Abstract

Background: La conoscenza sui contributi dati dall’assistenza infermieristica italiana, nel periodo che va dall’unità nazionale (1861) fino all’avvento del Fascismo, allo stato attuale sono molto limitati. Conoscere e studiare le fondamenta su cui si basa la professione infermieristica ed il ruolo da essa svolto in relazione alla storia della sanità è necessario per poter progettare il futuro professionale.  A tal fine è stato realizzato un protocollo di ricerca sull’assistenza infermieristica ospedaliera erogata nel periodo storico, poco studiato, che va dall’unità d’Italia sino all’avvento del Fascismo.

 

Obiettivi: 

  1. Implementare le poche conoscenze oggi disponibili sulla figura dell’infermiera in un periodo storico fondamentale per la storia della sanità e della professione infermieristica che va dall’unità d’Italia fino all’avvento del Fascismo.
  2. Conoscere i requisiti di reclutamento per poter lavorare come infermiera nelle strutture ospedaliere
  3. Analizzare le condizioni lavorative in cui l’infermiera prestava assistenza.
  4. Rilevare i rapporti gerarchici delle infermiere con le altre figure presenti nel contesto ospedaliero.
  5. Definire il ruolo dell’infermiera nell’organizzazione ospedaliera.
  6. Evidenziare i compiti dell’infermiera nelle strutture sanitarie.
  7. Individuare la retribuzione delle infermiere come indicatore di status professionale (e quindi di immagine), comparandola ad alte figure ospedaliere (medici, inservienti ecc.).
  8. Conoscere il codice di condotta infermieristica ed i relativi procedimenti disciplinari.
  9. Comprendere le modalità di strutturazione del gruppo professionale, ricostruire l’influenza delle leggi in essere sull’agire professionale e spiegare il senso delle politiche sociali legate alle policies della professione infermieristica dell’epoca.

 

Materiali e Metodi: Per esaminare i regolamenti ospedalieri più importanti dall’unità d’Italia sino all’avvento del Fascismo verrà utilizzato il metodo della ricerca storica per lo studio dei testi e verrà effettuata un’analisi esplorativa condotta con l’analisi automatica dei dati testuali (AADT) con software IRaMuTeQ, e Dtm Vic di Lebart. Verrà quindi effettuata e un’analisi confermativa condotta attraverso l’analisi semi automatica dei dati testuali (software NOOJ).

Risultati attesi: Definire l’immagine dell’infermiera nelle strutture ospedaliere nel periodo post-unitario sino all’avvento del Fascismo, attraverso la conoscenza dei requisiti di reclutamento, dell’analisi dei compiti e della sua collocazione nell’organigramma ospedaliero. Inoltre, si comprenderanno le modalità di strutturazione del gruppo professionale, l’influenza delle leggi sull’agire professionale ed il senso delle politiche sociali legate alle policies della professione infermieristica. Si andrà ad indagare anche sull’aspetto economico attraverso la conoscenza della retribuzione del personale infermieristico come indicatore del valore professionale attribuito alla figura dell’infermiera. Inoltre, si andrà ad indagare sul codice di condotta infermieristica, sui relativi procedimenti disciplinari e sulle condizioni lavorative in cui l’infermiera prestava la propria assistenza, nonché, sui rapporti gerarchici delle infermiere con le altre figure presenti nel contesto ospedaliero.

Parole chiave: Infermiera, Regolamento, Statuto, Ospedale

Background

Dopo l’Unità d’Italia, le istituzioni ospedaliere iniziano ad affermarsi come realtà economiche più che come centri di assistenza. La classe dirigente liberale, tramite l’espropriazione del patrimonio degli enti ecclesiastici, determina, infatti, con la Legge sulle Opere Pie del 1862, una loro autonomia economica ed istituzionale (1). In questo scenario, lo Stato liberale svolge quindi la funzione di garante del buon funzionamento delle istituzioni private, deputate alla beneficenza, sorvegliandone la gestione patrimoniale. Inizia a diffondersi in Italia il principio che lo Stato debba vigilare e tutelare la salute pubblica, e, non a caso, nel 1865 con la Legge n.2248, per la prima volta nella storia italiana, la tutela della salute pubblica viene affidata al Ministro dell’Interno, ai prefetti ed ai sindaci (2). All’interno della gerarchia ospedaliera si avverte ancora una forte ingerenza della Chiesa che si oppone al desiderio di gestione del potere da parte dei medici. Il vero punto di svolta per la sanità è rappresentato dalla legge Crispi-Pagliani del 1888, che affida la gestione della politica sanitaria a tecnici della salute, tramite l’istituzione di un sistema piramidale al cui vertice ci sono igienisti coadiuvati dal Consiglio Superiore di Sanità, seguiti dai medici e dai consigli provinciali e infine dai medici condotti, qualificati come ufficiali sanitari. L’ospedale passa così dall’ essere un “opera pia” all’essere un servizio di pubblica assistenza, sostenuto da stanziamenti e finanziamenti programmati. La classe medica, in questo scenario, acquista sempre più potere e cerca di affermare la propria capacità di gestione sanitaria e amministrativa. Le amministrazioni scoprono ben presto che l'ospedale può divenire macchina produttiva, i cui costi gestionali crescono in misura proporzionale alle nuove strumentazioni diagnostiche e alle nuove terapie, a cui si somma l'inadempienza retributiva degli enti locali (3). Il risparmio viene effettuato sulle spese relative al personale di assistenza che, in totale mancanza di istruzione e preparazione professionale, è costretto a turni di lavoro estenuanti. E’ solo intorno alla fine del 1800 che gli ospedali più grandi iniziano a considerare la formazione facoltativa del personale infermieristico e, con l’avvento del Fascismo, si arriva alla  prima vera e propria normativa sulla formazione infermieristica: Regio Decreto Legge n. 1832, 15 agosto 1925, convertito nella Legge n. 562 il 18 marzo 1926, in cui viene prevista l'istituzione delle Scuole Convitto professionali per infermiere, di durata triennale, a cui si può accedere di norma con il titolo di scuola media (

Obiettivi di progetto

Obiettivi generali

 

  1. Implementare le poche conoscenze oggi disponibili sulla figura dell’infermiera in un periodo storico fondamentale per la storia della sanità e della professione infermieristica che va dall’unità d’Italia fino all’avvento del Fascismo.
  2. Conoscere i requisiti di reclutamento per poter lavorare come infermiera nelle strutture ospedaliere
  3. Analizzare le condizioni lavorative in cui l’infermiera prestava assistenza.
  4. Rilevare i rapporti gerarchici delle infermiere con le altre figure presenti nel contesto ospedaliero.
  5. Definire il ruolo dell’infermiera nell’organizzazione ospedaliera.
  6. Evidenziare i compiti dell’infermiera nelle strutture sanitarie.
  7. Individuare la retribuzione delle infermiere come indicatore di status professionale (e quindi di immagine), comparandola ad alte figure ospedaliere (medici, inservienti ecc.).
  8. Conoscere il codice di condotta infermieristica ed i relativi procedimenti disciplinari.

Comprendere le modalità di strutturazione del gruppo professionale, ricostruire l’influenza delle leggi in essere sull’agire professionale e spiegare il senso delle politiche sociali legate alle policies della professione infermieristica dell’epoca.

Metodologia

Per l’elaborazione del processo di ricerca, è stato scelto il modello “Steps in Doing Historical Research” ideato da Lewenson (5) che include 6 fasi sequenziali:

  1. Selezione area di interesse
  2. Definizione domande di ricerca
  3. Formulazione del titolo
  4. Ricerca delle fonti
  5. Analisi dei dati
  6. Illustrazione dei risultati

 

Selezione area di interesse

Il disegno di ricerca è stato contestualizzato, dal punto di vista geopolitico, esclusivamente in Italia e, dal punto di vista temporale, nel periodo compreso tra l’unità d’Italia e l’avvento del Fascismo.

Relativamente al luogo specifico si è scelto di focalizzare l’attenzione sul personale infermieristico addetto all’assistenza che operava all’interno delle strutture ospedaliere civili presenti nelle città maggiormente rappresentative del Regno d’Italia.

 

Definizione domande di ricerca

Descrivere i requisiti di reclutamento, i compiti e la collocazione nell’organizzazione ospedaliera dell’infermiera nel Regno d’Italia fino all’avvento del Fascismo.

Sono di seguito riportate alcune variabili specifiche per ogni domanda di ricerca:

  1. Requisiti di reclutamento per poter lavorare come infermiera nelle strutture ospedaliere (ad esempio fede cattolica, saper leggere e scrivere, essere incensurato).
  2. Condizioni lavorative in cui l’infermiera prestava la propria assistenza.
  3. Rapporti gerarchici con le altre figure sanitarie e all’interno del personale infermieristico.
  4. Collocazione e ruolo dell’infermiera nell’organizzazione ospedaliera.
  5. Compiti e ruolo, diritti e doveri dell’infermiera.
  6. Retribuzione delle infermiere come indicatore di status professionale (e quindi di immagine), comparandola ad alte figure ospedaliere (medici, inservienti ecc.).
  7. Codice di condotta infermieristica ed i relativi procedimenti disciplinari.
  8. Strutturazione del gruppo professionale, influenza delle leggi sull’agire professionale e spiegazione del senso delle politiche sociali legate alle policies della professione infermieristica.

 

Formulazione del titolo

Il titolo dell’elaborato: “La figura dell’infermiera dall’Unità d’Italia sino all’avvento del Fascismo. Analisi comparata di regolamenti ospedalieri.” enfatizza il focus dello studio, rappresentato dall’immagine dell’infermiera, nel contesto ospedaliero esistente nel suddetto periodo storico.

 

Ricerca delle fonti

Date le domande di ricerca, si selezioneranno per l’indagine fonti documentarie scritte di tipo primario, quali regolamenti o statuti ospedalieri, considerati tra i più ricchi “oggetti” di studio utili all’approfondimento della storia dell’assistenza infermieristica (6) (7).

La distinzione che si andrà ad effettuare tra fonti primarie e secondarie è quella suggerita da Chabod (8), il quale definisce la fonte primaria “originaria” e la fonte secondaria “derivata”.

Il reperimento delle fonti primarie avverrà tramite la ricerca in archivi storici e biblioteche, sia in loco che con l’ausilio di motori di ricerca digitali quali Google books, catalogo SBN (OPAC SBN), Sistema Archivistico Nazionale (SAN).

 

Analisi dei dati

Per analizzare i dati verrà utilizzato il software IRaMuTeQ e il software Dtm VIC di Lebart, al fine di eseguire un’analisi Automatica dei Dati Testuali (AADT) , “le cui letture avvengono con modalità automatiche nel corso dell’analisi e consentiranno anche grazie alle analisi multidimensionali di arrivare ad estrarre i mondi lessicali sottostanti” il corpus (9). Affinché possano emergere dimensioni semantiche e della sintassi sottoposti ai dati testuali, si farà riferimento alle 7 fasi statistico-informatiche individuate da Fraire et al. (9) (10), le quali saranno impiegate nell’AADT, permettendo di ampliare la visione d’insieme dei concetti oggetto di ricerca 

Nell’applicazione della mappa concettuale riportata in figura 1, la prima fase sarà basata sul reperimento dei regolamenti ospedalieri (corpus) nel periodo storico dal post-unità d’Italia (1861) all’avvento del Fascismo (1910). Nella seconda fase dell’analisi quali-quantitativa dei dati testuali, verrà effettuata una pulizia iniziale del corpus, seguendo le regole del software utilizzato IRaMuTeQ; nella terza fase, saranno poi effettuate codifiche a posteriori scegliendo le unità di analisi su cui effettuare il conteggio lessicometrico, seguirà la disambiguazione tramite lemmatizzazione (per il riconoscimento delle categorie grammaticali quali: aggettivi, verbali, articoli ecc.) e verrà operato un bilancio lessicale del corpus. Ancora, nella quarta fase verrà selezionata la tabella dei dati lessicali detta “forme ϰ parti o testi di contingenza”. Per la scelta della metrica, trattandosi di tabelle di contingenza, sarà selezionata quella del χ² nella quinta fase. Durante la sesta fase, nella scelta del metodo di AADT, verrà applicata la tecnica multidimensionale della cluster analysis e quella dell’analisi delle corrispondenze. Infine, la settima fase offrirà una restituzione di output numerici e grafici dei risultati, attraverso l’utilizzo dei dendrogrammi per la cluster analysis e dei piani fattoriali per l’ACM (Analisi delle Corrispondenze Multiple). Inoltre mediante il software IRaMuTeQ sarà prodotto uno specifico grafico per ciascun corpus lessicale, nella fattispecie “la nuvola lessicale” (wordcloud). Per l’analisi semi automatica dei dati testuali (ASDT) verrà utilizzato il software Nooj per approfondire i contenuti emersi dall’analisi esplorativa.

In una seconda fase verrà applicata L’analisi semi automatica dei dati (ASADT) al fine di approfondire i contenuti emersi dall’analisi esplorativa effettuata con l’AADT. Questa tecnica consente di effettuare un’analisi del contenuto che può essere considerata come «un insieme ampio ed eterogeneo di tecniche manuali o assistite da computer di interpretazione contestualizzata di documenti provenienti da processi di comunicazione in senso proprio (testi) o di significazione (tracce, manufatti), aventi come obiettivo finale la produzione di inferenze valide» (11). Ricordiamo che “Nell’AADT, si ha un avvicinamento ai dati di tipo sintattico, basato sulle possibilità combinatorie dei vari simboli che prescinde dal loro significato (approccio descrittivo-esplorativo)” mentre “Nell’ASADT l’aspetto semantico e semantico frasale del testo diviene fondamentale per comprendere il contesto d’uso delle parole/frasi che assumono interesse sulla base di chiare ipotesi di partenza e della conoscenza del testo (approccio confermativo theory laden). Nella terza fase (v. Fig. 1) le differenze si approfondiscono (12).

Per l’analisi qualitativa, e quindi per l’accertamento di autenticità dei regolamenti ospedalieri reperiti, verrà eseguito un esame intrinseco ed estrinseco delle fonti, utilizzando il metodo storico suggerito da Chabod (8), poiché la fase interpretativa verrà sostituita con l’analisi automatica dei dati testuali (AADT).

 

Illustrazione dei risultati

I risultati verranno illustrati attraverso specifici grafici realizzati dal software IRaMuTeQ per ciascun corpus lessicale e attraverso dendrogrammi per la cluster analysis.

 

Risultati attesi

Il presente progetto si propone di delineare la figura dell’infermiera nelle strutture ospedaliere nel periodo post-unitario sino all’avvento del Fascismo, attraverso la conoscenza dei requisiti di reclutamento, l’analisi dei compiti da essa svolti, del suo ruolo all’interno della struttura ospedaliera.  Inoltre, si comprenderanno le modalità di strutturazione del gruppo professionale, l’influenza delle leggi sull’agire professionale ed il senso delle politiche sociali legate alle policies della professione infermieristica. Si farà luce anche sull’aspetto economico attraverso la conoscenza della retribuzione del personale infermieristico come indicatore del valore professionale attribuito alla figura dell’infermiera. Ci sarà maggiore consapevolezza sul codice di condotta infermieristica, i relativi procedimenti disciplinari e sulle condizioni lavorative in cui l’infermiera prestava la propria assistenza, nonché, sui rapporti gerarchici delle infermiere con le altre figure presenti nel contesto ospedaliero. Il progetto andrà a colmare quel vuoto lasciato dalla carenza di approfondimenti riguardanti la storia della professione infermieristica del nostro Paese. Lo studio della professione infermieristica, infatti, e la comprensione delle tappe fondamentali percorse dagli infermieri sono indispensabili per l’acquisizione di un’identità professionale (13).  Una conoscenza ed una comprensione del passato attraverso le abilità di pensiero critico potrebbero sicuramente essere di aiuto allo sviluppo accademico degli studenti di infermieristica, permettendogli di rafforzare la loro identità e la loro capacità di contribuire efficacemente ad affrontare le attuali sfide (14). Le scoperte di questo lavoro potrebbero essere usate come stimolo per ulteriori ricerche, in quanto, considerando il periodo storico preso in considerazione, contribuiranno a costruire un pezzo di storia della professione infermieristica che fino a questo momento era mancante. La memoria non sta nel passato, sta nel presente e ci indica il futuro.

Bibliografia

  1. Guiducci P.L. (1999) Manuale di Diritto Sanitario. Milano: Franco Angeli.
  2. Grieco A, Bertazzi P.A. (1997) Per una storiografia Italiana della prevenzione occupazionale ed ambientale. Milano: Franco Angeli.
  3. Luzzi S (2004) Salute e sanità nell’Italia repubblicana. Roma: Donzelli Editore.
  4. Rocco G., Cipolla C., & Stievano A. (2015). La storia del nursing in Italia e nel contesto internazionale.  Milano: FrancoAngeli.
  5. Lewenson SB (2015) Learning the Historical Method: step by step. In De Chesnay M, editor. Nursing research using Historical Methods. Qualitative Designs and Methods in Nursing. New York: Springer Publishing Company, 1-21.
  6. Dimonte V (2007) Da Servente a infermiere. Una storia dell'assistenza infermieristica in Italia. 2nd ed. Torino: Cespi.
  7. Manzoni E (2016) Le radici e le foglie. Una visione storico-epistemologica della disciplina infermieristica. 2nd ed. Rozzano: Casa Editrice Ambrosiana.
  8. Chabod F (2012) Lezioni di metodo storico. 18th ed. Milano: Editori Laterza.
  9. Fraire M, Spagnuolo S, Stasi S (2016) L’utilizzo dei big social data per la ricerca sociale: Il caso della cittadinanza attiva in difesa del territorio. In: Agnoli MS, Parra Saiani P, a cura di. Sulle tracce dei Big Data. Questioni di metodo e percorsi di ricerca. Sociologia e Ricerca Sociale, 109(1), 174-187.
  10. Fraire M (1994) Metodi di analisi multidimensionale dei dati: aspetti statistici e applicazioni informatiche. Roma: Ed. CISU.
  11. Tipaldo G (2014). L’analisi del contenuto e i mass media. Oggetti, metodi e strumenti. Bologna: Il Mulino, p.42.
  1. Fraire M., Spagnuolo S., Stasi S., (2016) L’utilizzo dei big social data per la ricerca sociale: Il caso della cittadinanza attiva in difesa del territorio. In Agnoli M.S., Parra Saiani P. (a cura di). Sulle tracce dei Big Data. Questioni di metodo e percorsi di ricerca. Sociologia e Ricerca Sociale. 109 (2016) pp. 174-187. doi: 10.3280/SR2016-109014 ISSN 1121-1148
  2.  Sironi C (2016). Tornare alle origini dell'assistenza infermieristica. Professioni Infermieristiche, 69 (2), 65-67.

Holme A (2015) Why history matters to nursing. Nurse Education Today, 35 (5), 635–637.

Contattaci

La Segreteria del Centro di Eccellenza è a tua disposizione per domande e approfondimenti

loading spinner