4.13.3
La complessità assistenziale (2013)
Responsabile del Polo
Coordinatori del Progetto
Abstract
Nell’attuale panorama assistenziale, la misurazione della complessità assistenziale è la chiave per dimostrare qualitativamente e quantitativamente le prestazioni erogate e dunque quantificare l’assistenza prestata e definire le risorse necessarie. In particolare, non esistono strumenti che, all’interno di setting assistenziali per pazienti con patologie acute, in cui le condizioni cliniche e organizzative possono variare da un momento all’altro, permettano una misurazione istantanea della complessità presente, al fine di definire quale sia la reale capacità assistenziale dell’Unità Operativa e di programmare o bilanciare sia la domanda assistenziale (nuovi ricoveri o pazienti in entrata), sia l’offerta assistenziale (bilanciamento del personale tra i Servizi).
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Background
Quando si parla di bisogni di salute spesso si utilizza il termine “complesso” e questo perché negli ultimi anni la domanda di salute da parte del cittadino si è modificata per un diverso cambiamento nello stile di vita, un aumento dell’aspettativa di vita e una modificazione nella tipologia delle patologie da acute a sempre più cronico-degenerative. Trovare degli strumenti atti alla misura della complessità assistenziale può diventare un valido supporto per pianificare l’assistenza e le attività infermieristiche stabilendo anche la possibilità di avvalersi di personale di supporto o meno (Pagiusco &Falloppi, 2006). La complessità assistenziale è un concetto che difficilmente trova una definizione condivisa, anzi molto spesso sono utilizzati sinonimi specialmente tra coloro che li utilizzano per l’allocazione delle risorse infermieristiche(Morris, MacNeela et al. 2007). In ambito nazionale la complessità sta ad indicare prevalentemente criticità, urgenza, emergenza, la gravità di un paziente o l’impegno assistenziale che questo richiede ma anche un sistema di classificazione dei pazienti, il carico di lavoro o una condizione che richiede elevati livelli di expertise(Cologna, Zanolli et al. 2010). Facendo riferimento al modello delle prestazioni infermieristiche di Marisa Cantarelli, la complessità dell’assistenza infermieristica può essere definita come l’: << insieme delle prestazioni infermieristiche che si riferiscono alle diverse dimensioni dell’assistenza infermieristica espresse in termini d’intensità d’impegno e quantità-lavoro dell’infermiere>> (Moiset, 2009). Il lavoro infermieristico secondo l’Interantional Council of Nurses (NIC) è costituito da attività di cura dirette e indirette sul paziente e da attività relative al nursing come le riunioni organizzative, la supervisione degli studenti e attività di ricerca (McCloskey,2007). Il carico di lavoro infermieristico comprende attività dirette/indirette assistenziali, attività di gestione dell’unità operativa e formativa del nursing (Morris, MacNeela et al. 2007)mentre l’intensità assistenziale corrisponde alla quantità di tempo necessario per fornire l’assistenza (Welton, Unruh et al. 2006; Brennan and Daly 2009)oppure alla misura della quantità e della complessità dell’assistenza infermieristica necessaria per paziente(Adomat and Hewison 2004). In letteratura esistono diversi termini che direttamente o indirettamente sono connessi alla complessità assistenziale come il carico di lavoro, l’intensità assistenziale, la gravità della malattia e l’acuity del paziente. Cologna et al, 2010, hanno raggruppato questi concetti in tre gruppi che meglio rappresentano il concetto della complessità assistenziale: il nursing intensity, il nursing workload e la patient acuity. Il primo racchiude i concetti di dipendenza, gravità e complessità della cura del paziente e si basa sulla quantità di attività infermieristica diretta e indiretta. Il secondo ingloba il concetto di nursing intensity più le attività infermieristiche non correlate al paziente. Infine, il terzo rappresenta la gravità della malattia e dell’intensità assistenziale che a sua volta si basa sui bisogni assistenziali dei pazienti e determina il carico di lavoro e la complessità assistenziale intesa come abilità, concentrazione mentale e livello di sorveglianza richiesti al personale medico e infermieristico per assistere i pazienti(Cologna, Zanolli et al. 2010). |
Obiettivi di progetto
Obiettivi generali
Lo studio intende comprendere il concetto della complessità assistenziale attraverso l’analisi del pensiero degli infermieri al fine di proporre una definizione della complessità assistenziale ed uno strumento di valutazione che la rappresenti. Lo strumento sarà successivamente studiato secondo specifiche metodologie e reso operativo dopo uno studio mirato.
Obiettivi specifici
Indicatori
E’ possibile evidenziare gli aspetti di una definizione lessicale (collegamento tra concetto e termine) e una definizione operativa (criteri che definiscono il concetto) del concetto di complessità assistenziale
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Metodologia
Disegno del progetto
Il progetto di ricerca si propone di effettuare una indagine conoscitiva sul concetto di complessità assistenziale attraverso uno studio multicentrico al fine di indentificare possibile variabili riferite da infermieri operanti in diversi contesti e di creare un conseguente strumento per la valutazione della complessità assistenziale. Lo studio si articolerà in 2 fasi di ricerca, che utilizzeranno prima un metodo qualitativo (prima fase) e poi il metodo quantitativo (seconda fase).
Materiali e metodi
Campione
Nel periodo di tempo compreso tra Maggio 2012 e Giugno 2014 verrà effettua una indagine sugli infermieri di 8 strutture complesse per assistenza a pazienti con patologie acute e situate 4 differenti Regioni italiane. In particolare saranno selezionate 2 strutture per ognuna delle seguenti Provincie: Torino (in fase di selezione), Roma (Policlinico Tor Vergata, Policlinico Campus Bio-Medico), Napoli (in fase di selezione), Palermo (ISMET, in fase di selezione).
Strumenti
Prima fase Nella prima fase verrà condotta una ricerca qualitativa attraverso l’utilizzo del focus group. Verranno condotti 2 focus group, ciascuno comprendente da 8 a 10 persone, per ogni centro coinvolto per un totale di 160 partecipanti. I dati verranno conseguentemente raccolti e analizzati secondo le metodologia prevista. Verrà previamente organizzato un evento formativo per i conduttori dei focus group al fine di uniformare il metodo di indagine.
Seconda fase Nella seconda verrà elaborato un questionario a risposta multipla attraverso l’analisi dei fattori emergenti dai risultati dei focus group e dall’analisi della letteratura al fine di identificare i principali item che esplorino il concetto di complessità assistenziale. Il questionario sarà validato su un campione e conseguentemente somministrato al personale infermieristico delle strutture coinvolte, per una percentuale del 20% del personale infermieristico in organico.
Analisi dei dati
I dati raccolti dai focus group verranno registrati e riportati su appositi format dai conduttori incaricati. L’analisi e la suddivisione in principali categorie di significato verrà effettuata da 2 distinti operatori. Per la costruzione e la validazione del questionario verranno utilizzate le comuni metodologie statistiche. Per l’analisi dei dati raccolti dai questionari verranno utilizzate metodiche di statistica descrittiva e correlazionale, in funzione delle variabili analizzate. |
· Creazione di un network dei clinical nurse leader e degli esperti in EBN che hanno contribuito alla loro formazione;
· Organizzazione di almeno 4 incontri formativi in presenza
· Elaborazione di almeno 4 documenti di ricerca secondaria da parte dei gruppi di miglioramento
Risultati attesi
Con l’analisi qualitativa attraverso la metodologia del focus group, il gruppo di ricerca si aspetta di arrivare ad una proposta di definizione della complessità assistenziale e di indentificare le diverse variabili che la descrivono. Con la successiva analisi quantitativa le variabili identificate saranno o meno confermate attraverso di un campione statisticamente significativo. Al termine dell’indagine il gruppo di lavoro si aspetta di riuscire ad avere variabili definite che possano essere incluse all’interno di uno strumento per la valutazione della complessità assistenziale.
Rilevanza Nel panorama scientificonazionale ed internazionale si arriverà ad avere una definizione di complessità assistenziale che tenga conto delle variabili individuate direttamente dagli infermieri colmando l’attuale lacuna inerente una chiara definizione del concetto. Attraverso la ricerca si potrà proporre uno strumento di facile misurazione della complessità assistenziale che riassuma tutte le variabili individuate, e che possa essere utilizzato nella pratica clinica al fine di misurare in modo semplice ed istantaneo la complessità assistenziale presente nelle diverse unità operative di una struttura per acuti.
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Bibliografia
1. Pagiusco G; Falloppi P. (2006). Complessità assistenziale: modelli a confronto. Management infermieristico, 1 11-21. 2. Moiset C; Vanzetta M. (2009). Misurare l’assistenza. Il SIPI: dalla progettazione all’applicazione. McGraw-Hill Milano 3. McCloskey Dochterman J & Bulechek G. (2007). Classificazione NIC degli interventi infermieristici. Rozzano:CEA 4. Adomat, R. and A. Hewison (2004). "Assessing patient category/dependence systems for determining the nurse/patient ratio in ICU and HDU: a review of approaches." J Nurs Manag 12(5): 299-308. 5. Brennan, C. W. and B. J. Daly (2009). "Patient acuity: a concept analysis." J Adv Nurs 65(5): 1114-1126. 6. Cologna, M., D. Zanolli, et al. (2010). "[Complexity of care: meanings and interpretation]." Assist Inferm Ric 29(4): 184-191. 7. Morris, R., P. MacNeela, et al. (2007). "Reconsidering the conceptualization of nursing workload: literature review." J Adv Nurs 57(5): 463-471. 8. Welton, J. M., L. Unruh, et al. (2006). "Nurse staffing, nursing intensity, staff mix, and direct nursing care costs across Massachusetts hospitals." J Nurs Adm 36(9): 416-425.
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