4.18.3

EBP e pratica clinica fantasia o realtà?

EBP e pratica clinica fantasia o realtà?

Responsabile del Polo

ABSTRACT

Esistono numerose evidenze a livello internazionale che riconoscono l’importanza di traslare i risultati della ricerca scientifica nella pratica clinica. Diverse le strategie che in questi ultimi anni sono state sperimentate per stimolare i professionisti a utilizzare l’ Evidence Best Practice.

Una recente revisione della letteratura suggerisce che per promuovere il cambiamento verso una assisten- za d’eccellenza sono efficaci interventi che prevedano il coinvolgimento diretto degli operatori.

L’importanza dell’influenza dei fattori umani sulla produzione e sul trasferimento delle conoscenze scienti- fiche ha aperto la strada a esperienze di utilizzo di “professionisti intermediari”, infermieri clinici presenti nei propri setting di lavoro. Tali figure rappresentano un importante riferimento professionale per i colleghi, in quanto capaci di veicolare le conoscenze al gruppo di pari e di applicare i risultati della ricerca nella pratica clinica quotidiana.

A livello internazionale queste nuove figure professionali sono presenti nei contesti di pratica clinica, con   lo scopo di stimolare gli operatori sanitari a ricercare, valutare ed applicare le migliori evidenze scientifiche nel loro processo decisionale clinico. Assumono denominazioni diverse, come ad esempio, clinical nurse leader, clinical nurse educator, staff development educator, practice developer, clinical nurse specialist, con differenze legate all’area di competenza.

Le revisioni sistematiche e i clinical audit rappresentano importanti strumenti metodologici per migliorare l’efficacia e l’appropriatezza nella pratica clinico-assistenziale e dare avvio a processi di cambiamento della clinical governance.

Per questo motivo si è deciso di dare avvio ad una serie di “giornate formative itineranti” che coinvolgano professionisti di diverse strutture sanitarie, allo scopo di diffondere la cultura dell’EBP nella pratica infer- mieristica quotidiana.

Parole Chiave: EBN, evidenza scientifica, pratica clinica, ricerca traslazionale.

BACKGROUND

La letteratura internazionale suggerisce che per migliorare la pratica clinica sono maggiormente efficaci gli interventi che prevedono il coinvolgimento diretto degli operatori nei processi di cambiamento, come ad esempio interventi di esperti che incontrano i professionisti nel loro ambiente di lavoro. L’importante influenza dei fattori umani sulla produzione e trasferimento delle conoscenze ha aperto la strada a espe- rienze di utilizzo di figure di professionisti “intermediari”, cioè di infermieri clinici presenti nell’ambiente di pratica clinica che si trovano nella posizione di influenzare i loro colleghi su specifici obiettivi, collegando conoscenze e pratica. Essi sono competenti dal punto di vista clinico nella loro area di pratica e possiedono conoscenze ed abilità che permettono loro di facilitare l’utilizzo della ricerca nei setting di pratica.

In Italia sono molto limitate le esperienze di utilizzo nelle unità operative di figure intermediarie, cioè por- tatrici di competenze esperte nell’ambito dell’applicazione dei risultati della ricerca.

Per questo motivo si è deciso di dare avvio al processo di formazione di tali figure contribuendo attraverso appositi corsi base ed avanzati in Evidence Based Practice (EBP) a fornire ad essi le competenze per poter operare nei loro contesti di pratica clinica. Parallelamente si è deciso di organizzare giornate di formazione itineranti allo scopo di diffondere conoscenze apprese ed esperienze già realizzate in altre Aziende sani- tarie.

OBIETTIVI DI PROGETTO

Obiettivi generali

Migliorare la pratica clinica infermieristica promuovendo l’utilizzo dei risultati della ricerca scientifica.

Obiettivi specifici

  1. Promuovere l’acquisizione di competenze in EBP;
  2. Stimolare i professionisti sanitari a utilizzare i contenuti della ricerca scientifica nella pratica clinica;
  3. Supportare il processo decisionale clinico attraverso l’approccio critico e riflessivo;
  4. Fornire strumenti metodologici che promuovano il cambiamento attraverso l’applicazione nella pratica dei principi e delle procedure dell'EBP.

METODOLOGIA

Lezioni magistrali e lezioni interattive con momenti di discussione in cui è prevista la presentazione di revisioni della letteratura e di clinical audit condotti in alcune strutture sanitarie romane dal gruppo dei clinical nurse leader.

RISULTATI ATTESI

Saranno formati circa 40 infermieri per edizione.

Saranno realizzate almeno 2 edizioni da svolgersi in strutture sanitarie pubbliche e/o private.

Indicatori

    • Almeno il 10% degli infermieri che hanno partecipato al corso di formazione saranno inseriti nel pro- getto di formazione in EBP base e avanzato.
    • Almeno il 90% degli infermieri supererà la prova di valutazione finale.

Rilevanza

È acclarato che l’utilizzo della ricerca infermieristica nella pratica clinica migliora sia la qualità delle presta- zioni erogate al paziente, sia il rapporto costi-efficacia dell’assistenza sanitaria.

Il corso mira ad individuare professionisti motivati, da poter coinvolgere in progetti formativi di più alto livello, allo scopo di creare figure esperte in EBP.

BIBLIOGRAFIA

  1. Gude WT, Brown B, van der Veer SN, Colquhoun HL, Ivers NM, Brehaut JC, Landis-Lewis Z, Armitage CJ, de Keizer NF, Peek N. Clinical performance comparators in audit and feedback: a review of theory and evidence. Implement Sci. 2019 Apr 24;14(1):39.
  2. Dufour É, Duhoux A, Bolduc J. Measured and perceived effects of audit and feedback on nursing performance: a mixed methods systematic review protocol. Syst Rev. 2019 Feb 1;8(1):38.
  3. Ivers NM, Grimshaw JM, Jamtvedt G, Flottorp S, O’Brien MA, French SD, Young J, Odgaard-Jensen J. Growing literature, stagnant science? Systematic review, meta-regression and cumulative analysis of audit and feedback interventions in health care. J Gen Intern Med. 2014 Nov;29(11):1534-41.
  4. Epic 3: National Evidence-Based Guidelines for Preventing Healthcare-Associated infections in NHS Hospital in England; H.P. Lovedays, et al.; Journal of Hospital Infection 2014, 5-10.
  5. Kutsch J, Ottinger D.Neonatal skin and chlorhexidine: a burning experience. Neonatal Netw. 2014, 33(1): 19-23.
  6. Lashkari HP, et al. Aqueous 2% chlorhexidine-induced chemical burns in an extremely premature infant. Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed. 2012, 97(1): F64.
  7. Chiari P., Mosci D, et alt, Evidence-based clinical practice: la pratica clinico assistenziale basata sulle prove di efficacia, McGraw-Hill, Milano, 2011.
  8. Linee Guida per la Prevenzione delle Infezioni da Cateteri Venosi Intravascolari (Center for Disease Control Atlanta – 2011).
  9. Cartabellotta N., La formulazione dei quesiti di ricerca, Gimbe News, 3, 3, maggio giugno 2010.
  10. Mannan K, et al.Mistaken identity of skin cleansing solution leading to extensive chemical burns in an extremely preterm infant. Acta Paediatr. 2007, 96(10):1536-7.
  11. Sala V., Moja L., Moschetti I., Bidoli S., Pistotti V., Liberati A., Revisioni sistematiche - Breve guida all’u- so, Centro Cochrane Italiano 2006.
  12. Thompson C, McCaughan D., Cullum N, Sheldon TA, Mulhall A, Thompson DR. Research utilization in nurses’ clinical decision-making: what is useful? Journal of Advanced Nursing 2001 36: 376-388.
  13. Bero LA, Grilli R, Grimshaw JM, Harvey E, Oxman AD, Thomson MA. Closing the gap between research and practice: an overview of systematic reviews of interventions to promote the implementation of research findings. The Cochrane Effective Practice and Organization of Care Review Group. BMJ. 1998; 15;317(7156):465-468.
  14. Central Venous Access Devices, Princples for Nursing Practice and Education, Cancer Nuurses Society of Australia; Susan Adams, RN, et.al; 2007, p. 6-12-14.
  15. Guidance on the use of ultrasound locating devices for placing central venous catheter, NICE-Nation- al Institute for Clinical Excellence, 2005.
  16. Registered Nurses’ Association of Ontario (RNAO). Promoting Safety: Alternative Approaches to the Use of Restraints. Toronto: Registered Nurses’ Association of Ontario; 2012.
  17. Best practice. Physical Restraint - Part 1: Use in Acute and Residential Care Facilities Best Practice-Evidence Based Practice Information Sheets for Health Professionals, 2002: 6: 1-6.
  18. Regione Lazio. Piano Regionale per la Prevenzione delle cadute dei pazienti. Regione Lazio: Direzione Salute e Politiche Sociali, 2017.

Contattaci

La Segreteria del Centro di Eccellenza è a tua disposizione per domande e approfondimenti

loading spinner