Journal of Cardiovascular Nursing: studio italiano sull'associazione tra la qualità del sonno e la cura di sé negli adulti con insufficienza cardiaca

Journal of Cardiovascular Nursing: studio italiano sull'associazione tra la qualità del sonno e la cura di sé negli adulti con insufficienza cardiaca

13/10/2023

Si può leggere sul Journal of Cardiovascular Nursing l’articolo “L'associazione tra la qualità del sonno e la cura di sé negli adulti con insufficienza cardiaca. Uno studio trasversale” dei ricercatori italiani: Valentina Spedale, Diletta Fabrizi; Paola Rebora; Michela Luciani; Rosaria Alvaro; Ercole Vellone; Barbara Riegel e Davide Ausili.

I disturbi del sonno sono uno dei sintomi più comuni tra i pazienti con insufficienza cardiaca (HF): essi influenzano anche la capacità dei pazienti di prendersi cura di sé?
L’insufficienza cardiaca (SC) è altamente diffusa in tutto il mondo, con elevata mortalità, morbilità e costo delle cure.
Nonostante decenni di attenzione, la prevalenza dello scompenso cardiaco rimane circa tra l'1% e il 2% della popolazione adulta nei Paesi sviluppati, specie negli USA.
I risultati di studi precedenti hanno mostrato un’associazione, negli adulti con scompenso cardiaco, tra qualità del sonno o eccesso di significativa sonnolenza diurna e comportamenti di cura di sé come aderenza ai farmaci, monitoraggio quotidiano del peso e gonfiore alle caviglie, attività fisica quotidiana, monitoraggio assunzione di sale e liquidi.
Valutare e conoscere l’associazione tra qualità globale del sonno, le sue componenti individuali, il mantenimento della cura di sé, la gestione e la fiducia nella, nei pazienti con scompenso cardiaco, potrebbe migliorare la valutazione clinica di quei fattori che rappresentano un rischio.
Inoltre, disporre di queste informazioni potrebbe facilitare la capacità degli operatori sanitari di personalizzare interventi efficaci per migliorare l’autocura dello scompenso cardiaco.
Questo progetto italiano ha sfruttato i dati provenienti dallo studio MOTIVATE-HF (intervista motivazionale per migliorare la cura di sé nei pazienti con insufficienza cardiaca): uno studio randomizzato e controllato a 3 bracci, condotto su un campione di 510 pazienti con scompenso cardiaco e i loro caregiver. In tale studio, per l'analisi, sono stati considerati solo i dati dei pazienti e il suo scopo principale era valutare l'effetto del colloquio motivazionale nel migliorare la cura di sé nei pazienti con scompenso cardiaco.
Nello studio, la qualità del sonno e la cura di sé sono state valutate, rispettivamente, con il Pittsburgh Sleep Quality Index e Self-Care of Heart Failure Index v6.2. I risultati hanno evidenziato che un sonno abituale, con un'efficienza compresa tra il 75% e l'84%, era associato a un minore mantenimento della cura di sé rispetto a un'efficienza del sonno abituale di 85% o più (P=.031), così come l'assunzione di farmaci per il sonno, una o due volte alla settimana, rispetto a meno di una volta alla settimana (P=.001). La frequenza di disfunzioni diurne (inferiore a una volta alla settimana) era associata a una minore gestione della cura di sé, rispetto ad una frequenza di disfunzione diurna di 3 o più volte a settimana (P=.025). Assumere meno farmaci per dormire, più di una volta alla settimana, era associato a una minore fiducia nella cura di sé, rispetto all’assunzione di farmaci per il sonno 3 o più volte a settimana (P=.018).
Dunque, se una scarsa qualità del sonno è spesso segnalata dai pazienti con scompenso cardiaco, l’efficienza del sonno, di quello grazie ai farmaci e le disfunzioni diurne possono influenzare la cura di sé, più degli altri componenti della qualità del sonno.
Tuttavia, non tutti gli studi inclusi nella Revisione hanno provato un'associazione significativa tra il sonno e la cura di sé; e le misure utilizzate erano eterogenee. Nessun autore di studi noti, infatti, ha valutato l'associazione delle componenti individuali della qualità del sonno (cioè, latenza, durata di quello abituale, efficienza, disturbi, uso di farmaci e disfunzioni diurne) con il mantenimento della cura di sé, della gestione della cura e della fiducia nella cura.
I pazienti hanno riferito spesso una scarsa qualità del sonno e una scarsa auto-consapevolezza della cura, ma le prove della relazione tra la prima e la seconda vanno rafforzate, visto che si sono trovate solo informazioni specifiche sulla qualità del sonno e fattori associati alla cura di sé dei pazienti con scompenso cardiaco.
L’efficacia abituale del sonno, la frequenza con cui si dorme, i farmaci e la disfunzione diurna potrebbero avere un ruolo nella cura di sé, in tali contesti, ma sono necessarie ricerche future su questo argomento.

DOI: 10.1097/JCN.0000000000000929