La rivista ufficiale dell’Australian College of Nursing pubblica studio CECRI
La Collegian-The Australian Journal of Nursing Practice, Scholarship and Research (rivista ufficiale dell’Australian College of Nursing, ACN) ha pubblicato: “Salute e conservazione dei vasi: sviluppo e validazione di uno strumento proattivo” di Jacopo Fiorini, Michela Piredda, Francesco Zaghini, Giulia Venturini, Sonia Colella, Fabio Conti, Andrea Dentoni e Alessandro Sili.
Finanziato dal CECRI, il progetto ha voluto dimostrare che, per preservare la qualità della salute dei vasi sanguigni, gli infermieri dovrebbero valutare, in modo proattivo, le vene dei pazienti, analizzandone i fattori relativi alle caratteristiche anatomiche e al piano di terapia endovenosa.
Sebbene siano riconosciuti molti vantaggi all'approccio proattivo, infatti, non è ancora disponibile alcuno strumento per valutare le variabili relative alla qualità delle vene periferiche, nonché per identificare quei pazienti a rischio di riduzione della qualità della salute dei vasi.
A tale scopo, ovvero per sviluppare e validare uno strumento utile a valutare il rischio di riduzione della qualità dei vasi sanguigni dei pazienti che necessitano di terapia infusionale, è stato condotto questo studio di sviluppo e validazione di uno strumento specifico, arruolando 280 pazienti (di età pari o superiore a 18 anni), ricoverati in ospedale per le 24-48h precedenti.
Dello strumento (“La Scala di salute e conservazione dei vasi”) sono stati calcolati specificità, sensibilità, valori predittivi positivi e negativi e l’analisi delle caratteristiche di funzionamento.
L'utilizzo della “Scala”, al momento del ricovero dei pazienti, consentirebbe agli infermieri di preservare, in modo proattivo, la qualità delle vene e decidere se scegliere e posizionare il dispositivo giusto o richiedere uno specialista dell'accesso vascolare (da qui è emerso che quest’ultimo è ricercato soprattutto nei primi 3 giorni dal ricovero di pazienti a rischio). La nuova “Scala di salute e conservazione dei vasi” è assai specifica e riesce a identificare meglio i pazienti a rischio di riduzione della qualità dei vasi.
Info: https://doi.org/10.1016/j.colegn.2021.02.005