JBI, il “senso di casa” negli anziani che vivono in strutture di assistenza residenziale

JBI, il “senso di casa” negli anziani che vivono in strutture di assistenza residenziale

03/10/2022

Uno studio, in collaborazione con il JBI, dimostra che il personale sanitario può contribuire alla promozione del “senso di casa” negli anziani che vivono in strutture di assistenza residenziale Nell'ambito della collaborazione con il Joanna Briggs Italia è stato pubblicato l’articolo dal titolo: “Esperienze del personale sanitario con la promozione del senso di casa per gli anziani che vivono in strutture di assistenza residenziale: una revisione sistematica qualitativa” di: Maria Matarese, Lucia Mauro, Ippolito Notarnicola, Alessandro Cinque, Sara Bonacci, Giuliana Covelli e Stefano Casciato.

L'obiettivo di questa Revisione è stato di valutare le esperienze del personale sanitario, con la promozione del senso di casa per gli anziani che vivono in strutture di assistenza residenziale.
Come si può immaginare, il trasferimento in una struttura residenziale rappresenta un momento critico per gli anziani visto che interrompe la continuità delle loro vite, allontanandoli da persone e oggetti significativi per loro. Il personale sanitario che lavora nelle strutture di assistenza residenziale può, però, contribuire a creare un “senso di casa”.
Tuttavia, mancano Revisioni qualitative che riportino le esperienze di tale personale, promovente il senso di “intimità” ritrovata per quanti vivono in queste strutture.
Questa Revisione, con un approccio di meta-aggregazione secondo la metodologia JBI per le revisioni sistematiche delle prove qualitative, ha incluso gli studi qualitativi che esplorano le esperienze del personale sanitario con la promozione del “senso di casa” per le persone di età pari o superiore a 65 anni che vivono in strutture di assistenza residenziale, comprese, a titolo esemplificativo: case di cura, case di cura residenziali, case di riposo e strutture infermieristiche qualificate.
Dai database PubMed, CINAHL, Embase, PsycINFO, Scopus, Web of Science e ILISI, nonché in Google Scholar, OpenGrey e ProQuest Dissertations and Theses Global, sono stati presi in considerazione studi pubblicati in inglese, italiano, francese, portoghese o spagnolo. La loro selezione, la valutazione critica, l'estrazione e la sintesi dei dati sono stati condotti da due revisori indipendenti, secondo l'approccio e gli strumenti standardizzati JBI.
Alla fine, sono stati inclusi sette studi condotti in Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia o Paesi Bassi, tra il 2014 e il 2020.
Questi hanno riportato le esperienze di infermieri, assistenti infermieristici e direttori di strutture. Dall'aggregazione di 69 risultati, sono state generate 14 categorie, poi raggruppate in tre risultati sintetizzati che descrivono le esperienze del personale sanitario come segue: la promozione del “senso di casa” dei residenti nelle strutture residenziali è influenzata da: ambiente costruito, comprese stanze singole private con bagno, spazi domestici simili a quelli domestici, personalizzazione delle stanze dei residenti, design interno ed esterno familiare e ambienti non ospedalieri; le politiche e i regolamenti nazionali
e locali, l'organizzazione del lavoro, nonché la leadership dei dirigenti e degli amministratori e la cultura della cura delle strutture, compresa la filosofia dell'assistenza, il mantenimento dell'autonomia dei residenti e dei legami con la comunità, la partecipazione alle attività domestiche e ricreative e le relazioni familiari.
In conclusione, dunque, è chiaro che, secondo il personale sanitario, l'ambiente fisico, gli aspetti interpersonali e sociali, i regolamenti, l'organizzazione del lavoro e la cultura assistenziale delle strutture possano contribuire a creare un “senso di casa” per gli anziani nelle strutture di assistenza residenziale. Le prove derivate da questa Revisione, pertanto, possono aiutare il personale sanitario, i direttori delle strutture e i responsabili politici a identificare i cambiamenti da promuovere affinché gli ospiti delle strutture di cura si sentano quanto più a loro agio possibile.

Info
DOI: 10.11124/JBIES-21-00452